L’identità digitale è un progetto legato all’Agenda digitale, uno deisette pilastri della Strategia EU2020, implementata dall’Unione Europea per sostenere una crescita economica e socialeintelligente, inclusiva, con l’intento di favorire vantaggi non solo economici per lepopolazioni del terzo millennio.

L’identità digitale è capillare,arriva fino al cittadino, identificandolo sullo scaffale dell’ampiosupermercato Internet.

Il decreto dovrebbe arrivare agiugno ed è denominato Sistema per l’Identità Digitale (SPID),ma è da tempo che se ne parla.

È unpo’ come un codice a barre che contiene i dati identificativi da fornire nelprocesso di accreditamento presso l’interfaccia dialogica. Consiste nellavalidazione dell’insieme di dati attribuiti in modo esclusivo ed univoco, consentendo l’identificazione neisistemi informativi.

In linea generale le identità digitali possonosuddividersi in:

“identitàforti”: regolate dalla legge (per uso pubblico), come peresempio sistemi di firma digitale

“identitàdeboli”: utilizzate dagli operatori online per l’accesso aservizi digitali (email, social network eCommerce) costituite, di norma, danome utente e password, oltre a una serie di attributi funzionali allafruizione del servizio, come si legge sulsito governativo.

In pratica sarà sempre più facileaccedere ai sistemi telematicidella Pubblica Amministrazione ed entrare in possesso, o fornire, datid’interesse, il tutto in assoluta sicurezza. Potranno così essere erogati servizi,moduli, o fornite informazioni personali, senza lavoro ocosti aggiuntivi.

È la finalità delladigitalizzazione.

È la rivoluzione degli anni 2000, dopo quella già avvenutacon le riforme Bassanini di fine 900.

Agli Stati Generali perl’Innovazione, svoltisi a Roma, presso la Regione Lazio, il 28 aprile, si èdiscusso proprio di questo: “L'Italiaha bisogno di una nuova e radicale consapevolezza sui bisogni d'innovazione cheinteressano la Pubblica amministrazione, le imprese e la società civile, per accompagnare il Paese verso unmodello economico nuovo.

Il così definito "smart working" è una dellechiavi strategiche per accelerare questo processo visto che in Italia, secondol'Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano, si potrebberorisparmiare ben 37 miliardi di euro l'anno per le imprese, oltre il 2% del Pil,di cui 10 solo dalla logistica”, ha detto Nello Iacono, vicepresidente di Stati Generalidell'Innovazione.

“Il decreto Crescita 2.0 èsostanzialmente ignorato dalle Amministrazioni”, ha proseguito Iacono. E a direil vero un po' tutti gli addetti ai lavori lamentano una certa lentezzadella governance sul tema digitale. 

Il genere umano ha il dovere digovernare le tecnologie e con esse di cambiare il modello di business oggi inuso: così ha detto Flavia Marano, Presidente degli Stati Generalidell’Innovazione, ideatrice della rete Wister, una associazione on line tuttafemminile sorta per l’inclusione digitale.

Speriamo che questaidentità digitale, qualora si realizzi in concreto, non diventi come le tantetessere di cui siamo, ormai, sommersi ma che in fondo non producono una grossadigitalizzazione del paese.