Quello che è successo l'altro giorno, giovedì 21 marzo, per le vie di Roma, ossia l'inseguimento dell'auto su cui viaggiava Beppe Grillo, dopo le consultazioni al Quirinale, mi ha riportato alla mente l'accanito inseguimento, che operarono alcuni paparazzi in moto, della Mercedes su cui viaggiavano Lady Diana e Dodi El Fayed, morti entrambi quel maledetto 31 agosto del 1997 a causa dell'eccessiva velocità dell'auto che cercava di sfuggire dai flash di quei paparazzi in moto.

L'autista infatti, per sfuggire all'inseguimento dei fotografi, fu costretto a seguire un tragitto più difficile e condurre l'auto ad una velocità eccessiva e fu proprio quest'ultima la causa dell'impatto sotto quel tunnel a Parigi.

Ebbene, per certi versi, sembrava di rivedere quelle stesse scene, per le vie della capitale, dove decine di giornalisti, fotografi, cronisti, con motociclette di varia cilindrata, armati di videocamere e macchine fotografiche, dopo aver atteso l'auto su cui viaggiava Beppe Grillo, all'uscita dal Quirinale, al termine delle consultazioni per la formazione del nuovo governo, hanno dato vita ad un inseguimento dai contorni spettacolari ma oltraggiosi a dimostrazione di un giornalismo da strapazzo che in Italia occupa, purtroppo, sempre più spazio. Per la cronaca, c'era anche in questo gruppo di inseguitori il conduttore televisivo Massimo Giletti a bordo di una vespa, con la webcam montata sul suo casco.

L'auto su cui viaggiava Grillo è una vettura privata, senza scorta né filtri, quindi i paparazzi hanno avuto vita facile ad inseguirla, sciamandogli intorno pericolosamente, e avvicinandola ad ogni semaforo nel tentativo di fare qualche domanda al leader del Movimento Cinque Stelle, mentre i fotografi imprimevano raffiche di immagini nella memoria delle loro fotocamere.

Insomma un film dalle scene comiche dove è mancato soltanto l'intervento delle forze dell'ordine che nessuno ha chiamato, perchè in fondo, Beppe Grillo vive di queste "aggressioni" da parte della stampa nazionale, quella dei finanziamenti pubblici di cui tanto si occupa il Movimento di Grillo affinchè vengano aboliti.