Il porno crea dipendenza. No, non si tratta di maldicenza o bigotteria. Si tratta di una storia che sembra tragicomica, ma che in realtà è alquanto delicata. E' la storia di un uomo americano caduto in un vero e proprio vortice: troppi film porno e troppa masturbazione lo hanno portato a perdere la propria moglie e a compromettere la propria carriera lavorativa. Una storia che sembra assurda, ma che in realtà è tristemente vera.

Siamo alla fine degli anni sessanta: Michael Leahy è un ragazzino di 11 anni incuriosito dal mondo del porno, ancora lontano parente di quello che è diventato ai giorni nostri con l'avvento di Internet.

In quegli anni impossessarsi di materiale pornografico era una vera e propria impresa come spiega lo stesso Michael in un'intervista rilasciata a Vice.com: "Ai miei tempi bisognava trovare dei giornali dal padre di un amico, altrimenti diventava dura trovare materiale pornografico. Al college iniziai a guardare CD, ma è con l'avvento di internet che è iniziato il mio problema".

Siamo ora agli inizi degli anni '90. Michael è oramai un uomo, ha una famiglia e un lavoro stabile. Ma nonostante questo Michael cade in un vortice senza via d'uscita: "Con l'avvento di internet spuntarono tantissimi siti. E io guardavo porno anche 8 ore al giorno. Li guardavo al lavoro e nessuno non mi ha mai scoperto.

A volte, quando ero in viaggio per lavoro, organizzavo appuntamenti in modo tale da incontrare il minor numero possibile di clienti per poter guardare film porno. Magari avevo un appuntamento alle 8, ma stavo sveglio fino alle 3 o alle 4 del mattino per guardare film a luci rosse".

In queste condizioni Michael stronca la propria carriera.

Ma questo non gli basta e arriverà a perdere la propria moglie e i propri figli: "Quando viaggiavo per lavoro andavo nei motel di periferia: sapevo che le camere erano vicine fra loro, mi appostavo in zone strategiche, guardavo le donne passare e mi masturbavo. Ebbi anche una relazione extraconiugale: quando mia moglie mi scoprì ammisi la mia dipendenza dal porno, chiese il divorzio e dopo anni si risposò.

Ho pensato anche al suicidio, ma mentre stavo per scrivere una lettera d'addio ai miei figli ho pensato che non poteva finire così. E ho reagito".

Ora Michael Leahy gira per le scuole degli Stati Uniti, scrive libri e sensibilizza l'argomento: "E' importante che la gente venga a conoscenza di questo problema" afferma senza indugi Michael "perchè sono cose a cui non pensi quando sei un ragazzo. Ora mi sono ripreso, ma continuo a fare terapia di gruppo. La pornografia influenza la nostra chimica cerebrale e le nostre relazioni. Non pensavo di fare nulla di sbagliato, invece ho perso un matrimonio di 15 anni, due figli e la mia carriera lavorativa".