Non tutti sanno che la caramella Rossanaè nata nel 1926, come prodottoPerugina, inonoredi Roxanne, la dama amata da Cyrano de Bergerac.La Perugina, invece, è ancora più antica:fondatanel 1907, è entrata a far parte del Gruppo Nestlè nel 1988.
Sono quasi 100 anni, quindi, che i bambini italiani crescono scartando quella caramella gialla da quella carta rossa, pregustando quel parallelepipedo fuori duro, dentro morbido, dolcissimo e pieno di mandorle e nocciole tra gli ingredienti.
Al novantesimo compleanno però, la Nestlè ha fatto un regalo sgradito alla sua pupilla, al suo cavallo di battaglia, alla caramella che ha reso la Perugina famosa in tutt'Italia: ha deciso di vendere il suo marchio.La caramella più famosa del Belpaese, infatti, insieme alla Pasticceria Ore Liete, è stato annunciato che ha avuto un calo nelle vendite negli ultimi anni,elemento che non ha reso possibile il suoinserimento perdefault nei nuovi progetti e investimenti dell'azienda.
La produzione rimarrebbe Nestlè ma il marchio potrebbe, contutta probabilità, entrare a far parte dei gruppiindustriali Sperlari, Ambrosoli, Elah, Dufour, Novi oPerfetti.La Nestlé intende investire 60 milioni di euro nei prossimi tre anni "per rafforzare il grande marchio Perugina in Italia e all’estero", puntando completamentesul cioccolato d'eccellenza e sul Bacio Peruginaed escludendo dal progetto quelle che oramairitiene sianodiventate "palle al piede".
Carla Spagnoli, pronipote dell'inventrice del cioccolatino più venduto a San Valentino, al Giornale.it ha dichiarato di avere sospetti fondati sin dal 2014 sulla faccenda, e che la constatazione che ora siano diventati fatti è per lei quantomai dolorosa."La Nestlé non aveva e non ha nessuna intenzione di investire nei prodotti storici della Perugina" ha dichiarato, sostenendo altresì che la colpa sia da ritrovare soprattutto nei sindacati che hanno lasciato pienocampo libero.
Le proteste
Le prime proteste sono arrivate dai lavoratori, che hanno visto improvvisamente vacillare i loro posti di lavoro.Alla proclamazione del "verdetto" la Cgil Umbria ha comunicato un'ora di sciopero a fine turno lavorativo per tutta la giornata del 1° Marzo.L'interesse è poi sbarcato anche in rete, dove gli estimatori della famosa caramella sono stati colti da una sorta di "malinconia collettiva" al solo pensiero che la Rossana potesse, addirittura, sparire dal mercato per sempre.
I ricordi delle nonnee delle maestre con le tasche e i cassetti pieni di "dolcetti rossi" ha sicuramente invaso la sensibilità del popolo italiano, così legato alle tradizioni e alle origini, tanto da farneuna questione nazionale.E' nata così una petizione su Change.org che cerca di far cambiare idea alla Nestlè, diffusa attraverso i più popolari social network.L'idea è stata concretizzata proprio da un ristorante di Perugia, residente nel palazzo storico in cui la Perugina ha cominciato la sua avventura oltre un secolo fa.
Resta da vedere se tutto questo clamore intorno alla faccenda riesca a invertire il senso di marcia dell'affare "Rossana e Ore Liete" e, soprattutto, se, in caso positivo, riesca anche ad essere un input per generare fatturati maggiori legati a questi prodotti, ormai forse dati così per scontati che erano stati quasi dimenticati.