'Non si era mai visto'. Questa una delle frasi che si sente udire più spesso all'interno delle scuole d'Italia, in questi giorni di fine novembre. Un articolo del quotidiano torinese 'La Stampa' (in edicola oggi domenica 27 novembre) sottolinea questo aspetto in relazione alla mancanza di maestri e professori, specialmente di scienze e matematica, ma non solo.

Ultime news scuola, domenica 27 novembre 2016: l'anno nero della scuola pubblica italiana

Le lamentele giungono da ogniddove: dai presidi ma soprattutto dai docenti, costretti ad accogliere regolarmente gruppetti di studenti che restano 'scoperti'; non parliamo poi dei docenti del potenziamento, oramai 'condannati' al ruolo di tappabuchi.

Le lamentele più assordanti, però, restano, senza dubbio, quelle delle famiglie.

E' un risultato disastroso quello del pericoloso 'mix' tra il piano straordinario assunzionale indetto lo scorso anno dalla riforma Buona Scuola e il piano mobilità: le assegnazioni provvisorie, poi, hanno permesso a moltissimi insegnanti di far rientro al sud, lasciando scoperte le cattedre del Nord.

'La Stampa' ha citato la situazione di Torino e del Piemonte, ma l'anno scolastico 2016/2017, in generale, verrà ricordato nella storia come uno degli 'anni più neri' della scuola pubblica italiana.

A Torino mancano ancora molti insegnanti, dall'infanzia alla scuola superiore di secondo grado

Nella sola provincia di Torino, sono ancora 109 le maestre della scuola primaria che mancano all'appello mentre sono 65 i posti che restano da coprire per la scuola dell'infanzia: mercoledì prossimo, 30 novembre, sarà effettuata un'altra chiamata.

Il numero più preoccupante, però, è quello relativo agli insegnanti di sostegno: mancano, infatti, ben 230 docenti per assistere gli studenti diversamente abili.

Alle scuole medie e alle superiori di secondo grado, i posti rimasti vuoti sono a macchia di leopardo e riguardano soprattutto le materie scientifiche: i prof sono 'esauriti', non ce ne sono.

'Le graduatorie dell'area scientifica sono esaurite - ha spiegato il direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, Fabrizio Manca - Spesso, poi, si tratta solamente di coprire spezzoni di cattedre da dodici ore e i docenti in graduatoria che risiedono nelle regioni meridionali non accettano di trasferirsi a queste condizioni.'