All'interno della fiction Il Segreto occorre effettuare un'analisi psicologica di Sebastian Ulloa, incarnato dall'attore Pablo Castanon. Prima di analizzare la sua figura si deve partire da un chiarimento sul suo ruolo sociale nel contesto della popolare soap.

Sebastian apre un conservificio in società con Francisca Montenegro in località Puente Vjejo (Ponte Vecchio), location delle vicende narrate nel noto "romanzo televisivo". Così facendo, però, si sfilaccia il forte legame col papà, ex della donna in gioventù.

Sebastian è il classico "disperato" che per tutta una serie di motivi non riesce mai a portare ordine nella propria esistenza, passando da un guaio all'altro.

Personaggio da romanzo quindi. Personaggio che ha il torto di restare invischiato, per molteplici tramiti, nella ragnatela del male. Sebastian è uno che prenderà botte perfino in carcere, il che è tutto dire.

Per di più dovrà sopportare il trauma della morte dell'amata Virtudes per mano del padre Raimundo. Solo Tristan Montenegro, figlio di Francisca, gli tenderà una mano, riportandolo negli organigrammi dell'azienda con grande stupore della madre e dimostrando così di credere molto in lui. La prova che le qualità ci sono, manca però la fortuna che ne Il Segreto, proprio come nella vita reale, gioca sempre un ruolo di rilievo e spesso cambia vita alle persone.

In tutto questo bisogna riconoscere Sebastian esce a testa alta, senza perdere dignità e credibilità, come vedremo quando darà il suo sostegno a Pepa durante un difficile momento della sua vita.

Nell'equilibrio labile - per i molti colpi di scena - di questa narrazione Sebastian ha un peso specifico maggiore di ciò che potrebbe sembrare ad una prima analisi perché è l'icona di colui il quale riesce a mantenersi in (pur precario) equilibrio nonostante una serie di vicende costantemente avverse. "Barcollo ma non mollo" potrebbe essere il suo motto. Il suo profilo psicologico è dunque quello dello stoico.