Barbara D'Urso e la sua "Domenica Live", ancora una volta, sul banco degli imputati: è il Movimento Italiano Genitori, stavolta, ad urlare allo scandalo e all'indignazione per il "format", a suo giudizio, indecente della puntata del 19 gennaio.

Innanzitutto, il titolo della trasmissione ("Italia, paese a luci rosse") che secondo, Elisabetta Scala, responsabile dell'Osservatorio Media di Moige, lasciava ben poco spazio all'immaginazione.

Il contenuto dei servizi e delle interviste che si sono susseguiti a partire dalle 14.15 non erano adatti ad un pubblico di quella fascia oraria, ma piuttosto ad una trasmissione da mandare in onda in seconda serata.

Il Moige accusa Barbara D'Urso di aver speculato su argomenti degradanti, invitando la presentatrice a smetterla con quelle che sono state definite delle "porno-domeniche": dalle molestie alle soldatesse nella caserma di Ascoli, al professore di Saluzzo che aveva dei rapporti sessuali con le studentesse; dal servizio sull''hotel-bordello' aperto in Austria all'indagine sul fonico dei Modà, indagato per molestie sessuali a danno di minori.

E poi ancora, il "No Pants Day" inglese con uomini e donne invitati a girare in mutande, il servizio della trasmissione "Lucignolo" sulle donne dominatrici e il centro di massaggi cinese, dietro al quale agiva un giro di prostituzione.

Il Movimento Italiano Genitori, oltre ad essere profondamente indignato verso Mediaset, Barbara D'Urso e "Domenica Live", ha, infine, rivolto un appello a tutte le aziende che investono soldi in pubblicità a bloccare la messa in onda degli spot durante la trasmissione, se dovesse proseguire, in futuro, la trattazione di temi così morbosi.