Aveva truffato Pino Insegno, intascando 75mila euro per l'acquisto di un Suv che, in realtà, al comico romano non era stato mai consegnato. La truffa risale al 2009 ma Paolo Corridore, rivenditore di automobili a Casal Palocco, frazione di Roma, è stato condannato in questi giorni dal giudice del tribunale penale di Piazzale Clodio a scontare un anno di carcere. Inoltre, l'imputato dovrà anche risarcire Pino Insegno, costituitosi parte civile, versandogli 90mila euro.

Nella primavera del 2009, Pino Insegno decise di acquistare una nuova automobile. Si rivolse a Corridore, dal quale aveva già comprato una Mercedes 320 e una piccola utilitaria, per cambiare il suo Suv ed acquistarne uno nuovo. L'attore romano si fidava del venditore, dato che questi collaborava con lui nella gestione di un'associazione per dare sostegno ai bambini affetti da malattie rare. Entrambi si misero d'accordo per una permuta: il comico avrebbe versato 50mila euro e avrebbe reso la vecchia Mercedes, in cambio di un Suv completamente nuovo. Insegno firmò un assegno d'anticipo di 25mila euro, ma il commerciante gli disse che l'auto non era disponibile e che doveva ordinarla da Livorno. Dopo alcuni giorni d'attesa, l'ex componente della "Premiata Ditta" chiamò Corridore per cambiare i termini dell'accordo.

La vettura non sarebbe stata più intestata ad una società a lui appartenente, ma direttamente a se stesso. A questo punto, il venditore restituì l'anticipo all'artista, il quale pagò direttamente 50mila euro. Dopo un po' di attesa, rendendosi conto che il fuoristrada non arrivava, Pino Insegno chiamò Corridore, non trovandolo. Dalla concessionaria livornese gli dissero che avevano ricevuto l'ordine per la vettura, ma nessuno l'aveva ancora pagata. Il venditore di Casal Palocco, aveva dunque abbandonato tutto e se n'era fuggito coi soldi dell'assegno di Insegno.

Dopo la condanna ad un anno di galera per truffa, l'avvocato dell'imputato ha dichiarato che questi non ha rispettato l'accordo con Pino Insegno perché, a quei tempi, era minacciato dagli usurai, quindi costretto a fuggire. Per questo motivo, Corridore ricorrerà in appello contro la sentenza del giudice.