Peppa Pig, il cartone animato britannico prodotto Astley Baker Davies rivolto ad un pubblico di bambini in età prescolare ma che piace a tutti, anche ai genitori, per la semplicità delle storie narrate e per i valori familiari trasmessi, ruota intorno alla protagonista: una maialina  antropomorfa dal nome Peppa e alla sua famiglia composta da mamma, papà e fratellino George. Ha avuto un successo a livello internazionale ma di recente la sua fama è cresciuta, prima perché ritenuta poco educativa in quanto distorce la  realtà e adesso a causa di un fatto abbastanza curioso: una signora italiana, dopo aver visto uno degli episodi della serie animata, ha denunciato la produzione britannica di Peppa Pig per un caso di omonimia. Appoggiata da una associazione di consumatori, ha chiesto alla Astley  100 mila euro come indennizzo, che secondo la donna devolverebbe in opere benefiche. Come già accennato il motivo è un caso di omonimia.


La signora, spiegano  i rappresentanti della Fondazione Nazionale Consumatori,  che ha 40 anni  e lavora in una famosa società,  si chiama Gabriella Capra, come il nome affibbiato dalla produzione inglese al nuovo protagonista del noto cartone. In una delle puntate, come riferiscono i rappresentanti dell'associazione, l'allegra e sempre unita  famigliola  dei Pig intraprende un viaggio in Italia  dove  fa la conoscenza  della famiglia Capra, in particolare della signora Gabriella Capra che fa subito amicizia con la signora Pig e così la puntata è dedicata a questo incontro e al personaggio di Gabriella.  

I portavoce della Fondazione Nazionale Consumatori, sostengono che da quando è  andata in onda, in Italia, la  puntata in questione del cartone animato, la signora Capra, quella umana e cioè quella reale, è stata subissata di  scherzi e battute umoristiche, derisa e schernita da amici e colleghi di lavoro. Praticamente la sua vita è diventata "un cartone animato". La donna, stufa di essere oggetto di derisione, ha pensato di rivolgersi all'associazione  consumatori  per essere supportata nella decisione  di fare causa ai produttori di Peppa Pig per poter tutelare il suo nome in sede civile. Se dovesse vincere la causa in questione e quindi ricevere il risarcimento di 100 mila euro come da richiesta, la signora ha  assicurato che tutto il ricavato sarà devoluto in beneficenza alle  associazioni che si impegnano  ad accogliere  i bambini  che sono stati abbandonati.