Il film 'Più alta è la vetta più dura è la caduta, diretto dal regista James Erskine e andato in onda proprio in questi giorni sul canale digitale Cielo, è un documentario dedicato a uno dei più grandi campioni di Ciclismo di sempre: Marco Pantani, la cui prematura scomparsa è ancora avvolta da molti misteri e oggetto continuo di critiche e discussioni.

Il film-documentario sulla vita del ciclista

La pellicola parte dal primo grande successo che l'ha reso famoso in tutto il mondo, la doppia vittoria del Giro d'Italia e del Tour de France nella stessa stagione agonistica, quella del 1998.

Grazie a quella vittoria, che anticipò moltissimi altri successi, il "Pirata" entrò di diritto nella storia del ciclismo mondiale, viste le grandi doti di resistenza fisica e mentale necessarie all'impresa sportiva. Il documentario ripercorre tutte le avventure di Marco Pantani, avvalendosi d'interviste rilasciate dal campione nel corso degli anni e di filmati inediti.

Sono incluse anche numerose testimonianze di amici e familiari, oltre a diverse immagini della sua infanzia. In pratica è il ritratto del famoso ciclista, sia come sportivo sia come uomo, che ripercorre tutte le tappe fondamentali della sua vita. Parte dall'ascesa nel mondo dello sport grazie alle sue doti tecniche e alla sua innata determinazione, per arrivare al repentino e improvviso declino che ebbe inizio nel 1999, quando il ciclista fu accusato di aver usato sostanze dopanti a seguito dei controlli avvenuti durante i campionati del mondo, esattamente dopo la tappa di Madonna di Campiglio.

Sicuramente questo triste evento ha avuto un ruolo fondamentale nella sua caduta, facendolo entrare in una spirale depressiva che lo portò alla morte, avvenuta il 14 febbraio del 2004 all'interno di un'anonima stanza di albergo.

Biografia di Marco Pantani

Marco Pantani nasce a Cesena il 13 gennaio 1970, e dopo una breve parentesi sportiva nel calcio entrò quasi per caso nel mondo del ciclismo, dopo aver ricevuto in regalo dal nonno Sotero una bicicletta da corsa.

La prima squadra nella quale s'iscrisse fu il G.C. Fausto Coppi di Cesenatico, dove ebbe modo di dimostrare da subito le sue innate doti tecniche, vincendo numerose competizioni. Nel 1990 partecipò al suo primo Giro d'Italia dilettanti classificandosi terzo, l'anno successivo terminò la gara in seconda posizione, mentre nel 1992 finalmente riuscì ad arrivare primo.

Come professionista partecipò al suo primo Giro d'Italia nel 1993, disputando però sole poche tappe a causa del ritiro obbligato dovuto a una tendinite.

Il vero boom nel mondo delle corse avvenne nel 1994, quando riuscì a classificarsi secondo. La sua carriera è stata un insieme di alti e bassi, dovuti soprattutto ai numerosi infortuni subiti. La sua forte determinazione però lo portò a diventare uno dei più grandi campioni di ciclismo riconosciuto a livello internazionale. A seguito delle disavventure giudiziarie dovute all'accusa di aver usato sostanze dopanti, Pantani non riuscì più a ritrovare la serenità necessaria per correre e per affrontare le sfide della vita quotidiana. Il 14 febbraio del 2004 il suo corpo fu ritrovato privo di vita nella stanza di un residence di Rimini, mentre l'autopsia certificò che il decesso avvenne per complicazioni dovute all'uso di cocaina. La sua morte ha lasciato una grande tristezza nei cuori dei molti appassionati fan, e il paese intero perse uno degli sportivi più popolari dal dopoguerra a oggi.