Si profilano grossi guai giudiziari per il noto cantante Biagio Antonacci, reo di evasione fiscale secondo la Procura di Milano per un importo che si aggirerebbe attorno ai 3,5 milioni di euro. E' di martedì 10 maggio la notizia della richiesta shock da parte del vice procuratore Luciana Greco, che avrebbe chiesto una condanna per Biagio Antonacci a 18 mesi di reclusione. Nella dura requisitoria il magistrato milanese avrebbe illustrato quali sarebbero stati i comportamenti incriminati.

Antonacci avrebbe intestato alle sue tre società (Iris, Forum Vision e Basta Ediz.

musicali) alcune spese meramente personali come il noleggio di gommoni, e un quadriciclo. Nel mirino della giustizia sono finite anche tutte le dichiarazioni fiscali infedeli, secondo gli inquirenti, presentate tra l'anno 2004 e l'anno 2008. Secondo la procura l'ammontare degli 'elementi attivi' nelle dichiarazioni in questione, sarebbe da ritenersi inferiore a quello effettivo. Nella dichiarazione, i redditi da lavoro autonomo del cantante emiliano avrebbero beneficiato di una aliquota fiscale agevolata, equiparandoli a redditi di impresa.

Antonacci avrebbe costituito tre società fra le quali, la Iris (dove tra gli amministratori compaiono anche i nomi del fratello Graziano e del padre, Paolo) e la Forum Vision con sede in Svizzera.

Le predette società avrebbero avuto il compito della gestione dei diritti legati ai proventi discografici e di quelli derivanti dalla gestione dell'immagine dello stesso cantante.

Nel 2000 le società in questione hanno ceduto alla Universal i diritti di tre album, per i quali sarebbero stati incassati circa 15 miliardi (allora la quotazione era in lire) sui quali sarebbero state evase ingenti tasse che Antonacci avrebbe dovuto versare come persona fisica.

La replica del legale di Antonacci

A difesa della posizione giudiziaria di Antonacci è intervenuto il suo avvocato, Alessio Lanzi, che ha sostenuto la tesi che l'interposizione delle società dal punto di vista fiscale non è fittizia, ma reale e per questo motivo non sarebbe stato commesso nessun reato. Le due società in questione avrebbero prodotto realmente reddito e pertanto il comportamento di Antonacci sarebbe stato ineccepibile. La difesa ha chiesto l'assoluzione, e adesso si attende la pronuncia della magistratura milanese.