È andatain onda ieri, su Sky Uno, la terza puntata delle audizioni di X Factor, in attesa, nella prossima, dell'inizio dei boot camp, anticamera dei live show. Quest'anno, il talent show sembra essere partito col piede giusto, a cominciare dai quattro giudici, una squadra che vince e convince.
Manuel Agnelli, l'idolo del web
Manuel Agnelli, frontman degli Afterhours, affascina con la sua lingua tagliente, ma mai velenosa, quella voce morbida e impercettibilmente arrotolata: proviene da un universo musicale di rango, è amico di Morgan (entrambi hanno bazzicato la scena rock lombarda dei Novanta, non aliena da rivalità), musicista apprezzato dalla divina Mina con tanto di prestigiosi trascorsi attoriali.
Vampiresco solo all'apparenza, è in realtà attento e generoso. E anche se ha confessato di essere a X Factor solo per soldi, sospettiamo che il talent show stia cominciando a piacergli ben al di là delle gratificazioni economiche. Amatissimo dal web, ha una pagina Facebook dedicata al suo culto. Da personaggio semisconosciuto a icona della pop culture, la parabola di Manuel Agnelli è in grande ascesa: ora davvero nessuno può più farne a meno. Voto:10
Arisa la sirenetta, un po' troppo indulgente
Le giudici donne di X Factor hanno raramente lasciato dietro di sé un buon ricordo, ad eccezione, forse, dell'unica veramente rock and roll: la grandissima Mara Maionchi. Insieme a lei, solo Arisa si è dimostrata all'altezza del compito, nell'edizione numero 5.
A distanza di qualche anno torna in cattedra e non delude: giovale, spiritosa, dotata di una necessaria, illuminata leggerezza. Non è ancora riuscita a far capitolare Alvaro Soler, ma confidiamo nelle sue capacità seduttive. Ieri, intanto, ha sfoderato pinne (e voce, quella sempre) da sirena. Il votonon può essere massimo perché tende ad essere di manica troppo larga: a lei piacciono sempre tutti.
Voto: 9
Fedez, il direttore d'orchestra
Difficile trovare in giro qualcuno che sia insieme così giovane e così sicuro di sé quantoil nostro Fedez. Parlantina sciolta, talento naturale per la trovata pubblicitaria, ampiezza di vedute e di conoscenze,prontezza di slogan, incisività comunicativa. Il suo carisma innegabile e l'agio con cui maneggia la sua invisibile bacchetta di direttore della giuria fanno di lui un vero portento.
Perde difficilmente la lucidità e noi apprezziamo particolarmente la disinvoltura con cui fa bene praticamente tutto. Voto: 10
Soler, il severo dall'anima bifronte
Alvaro Soler è una vera sorpresa. Giovanissimo scalatore professionale di classifiche e procreatore di tormentoni estivi, è un essere perfetto. Alto, bellissimo e dall'irresistibile sguardo nocciola, potrebbe fare il modello, ma suona e canta troppo bene per dedicarsi ad un'attività così monocorde. In più, sa davvero il fatto suo. Manuel Agnelli l'ha capito per primo: 'Alvaro? È davvero competente'. Dietro la dolcezza dei modi, si nasconde una natura implacabile, rigorosa, disciplinata, per nulla disposta ad accondiscendere ed edulcorare la realtà.
Sarà forse che il sangue germanico che scorre nelle sue vene (il padre è tedesco) ha corretto con la tempra dell'inflessibilità teutonica la propensione iberica alla bonarietà? Di certo, Soler ha un'anima anfibia e noi scommettiamo che, benché l'incertezza nell'uso della nostra lingua lo costringa ora alla timidezza, la sua personalità verrà fuori e giocherà un ruolo da protagonista. Voto: 10