Charlie Sheen, 51 anni, attore di blockbuster come Hot Shots e figlio di Martin Sheen, recentemente ha partecipato ad un evento ad Hollywood, durante il quale è intervenuto per parlare della sua condizione di salute e della convivenza con il virus dell'AIDS. L'attore, infatti, solo lo scorso anno durante una lunga intervista alla trasmissione Today della NBC, ammise che quattro anni prima gli era stato diagnosticata la sua sieropositività. Quella confessione, come previsto, gettò nel panico mezza Hollywood, perché Charlie - considerato da sempre un bad-boy - era noto per le sue numerose "esperienze" con diverse partner e per la sua dipendenza da sostanze stupefacenti, il tutto corredato da una buona dose di denunce dalle sue ex-mogli per violenza domestica.

Charlie Sheen, una vita sregolata

La notizia della sua malattia, circolava già da tempo negli ambienti del cinema e quando le voci si fecero più insistenti, l'attore fu costretto a dichiarare pubblicamente la malattia. Una vita sregolata a base di festini e cocaina gli erano costati anche il licenziamento dalla serie tv Due uomini e mezzo di cui era protagonista, Quella vita, tra pornostar e scandali domestici, gli ha presentato un conto salatissimo: AIDS conclamato e una vita da ricominciare, tutta in risalita. Sheen, durante l'intervista a Today, raccontò dei sintomi che lo portarono a scoprire la malattia: "Avevo fortissime emicranie, c'è stato addirittura un punto in cui ho pensato di avere un tumore al cervello".

L'attore, sempre durante l'intervista, ammise di aver raccontato il suo stato a persone delle quali erroneamente si fidava: alcune di loro, infatti, iniziarono a ricattarlo costringendolo, quindi, a dover confessare tutto pubblicamente.

Charlie Sheen: "Ho imparato ad apprezzare il dono della vita"

L'attore durante il suo intervento, ha promosso la cura a base di PRO 140, sostanzialmente un cocktail di farmaci che: "mi ha aiutato a farmi sentire di nuovo me stesso e a tornare in contatto con tutti gli aspetti reali della mia vita - ha dichiarato l'attore, che poi ha proseguito affermando che - quando mi venne diagnosticata la malattia per la prima volta, ero ben consapevole che non si trattava di una condanna a morte, bensì di una gigantesca sfortuna.

Oggi, con più consapevolezza, accetto il dono di essere vivo. Potevo scegliere di continuare a nascondere questo aspetto della mia vita, ma ho scelto un percorso diverso che mi ha reso più sereno e libero".