Il Fatto Quotidiano ha effettuato uno studio approfondito del contratto sottoscritto tra Fabio Fazio e la Rai è ha scoperto che per convincere il conduttore di “Che Tempo Che Fa” a restare il servizio pubblico gli ha riconosciuto un compenso gigantesco pari a 83 milioni di euro.

Cifre "mostruose" riconosciute a Fazio per restare alla Rai

Durante il consiglio di amministrazione della Rai, che si è svolto ieri, il direttore generale Mario Orfeo ha difeso l’accordo con Fazio e ha affermato che egli percepirà oltre 20 milioni a stagione a stagione per quattro anni.

Inizialmente era stato detto che Fazio avrebbe guadagnato 11,2 milioni di euro a stagione. Orfeo ha spiegato che il conduttore presenterà 32 prime serate la domenica sera al costo di 450mila euro a puntata. Aggiungendo 32 serate il lunedì sera, che hanno un costo pari a 200 mila euro ciascuna, è possibile calcolare che il compenso annuo del conduttore è pari a 20milioni e 800 mila euro a stagione. Prendendo in considerazione i quattro anni di contratto si arriva alla imponente cifra di 83 milioni e 200 mila euro.

Il deputato del Partito Democratico Michele Anzaldi ha chiesto che i vertici della Rai forniscano tutte le informazioni relative ai compensi riconosciuti a Fabio Fazio perché "i cittadini che pagano il canone hanno tutto il diritto di sapere come vengono spesi i loro soldi”.

Anzaldi ha citato fonti di stampa e ha affermato che il contratto che la Rai ha firmato con Fazio prevede che il conduttore percepisca 2,8 milioni di euro a stagione a cui si devono aggiungere 600mila euro per il format e l’intero guadagno della societa di produzione del programma, la quale ancora deve essere costituita e risulterà essere di proprietà dello stesso conduttore al 50%.

Per ogni prima serata la società di produzione percepirà 250 mila euro a puntata e 83 mila euro per le seconde serate.

L'indagine della Corte dei Conti

La Corte dei Conti ha aperto un'indagine per capire come sia stato possibile firmare un contratto che prevede di dirottare 40 milioni di euro verso una società che, al momento della decisione de CdA, non era iscritta all’albo dei fornitori e non ha alcuna esperienza nel campo.

Il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, ha presentato una interrogazione parlamentare e la Rai ha fatto sapere che ha preteso che la società produttrice del programma di Fazio si servisse dello studio Rai di Milano e di risorse e professionalità del servizio pubblico. La domanda sorge spontanea: perché la Rai non ha pensato di produrlo direttamente senza ricorrere ad una società esterna?