Un’intervista che ha acceso il dibattito social tra stupore e parole di sdegno. L’inviato de Le Iene si è recato in Salento per parlare con la figlia di Totò Riina dell’iniziativa lanciata via Facebook: le cialde di Zù Totò dedicate al padre defunto. Giulio Golia ha inizialmente parlato con il marito di Maria Concetta Riina che ha spiegato di sentirsi perseguitato dalla Procura di Palermo. ‘L’azienda l’ho costruita io mattone su mattone, sono state scritte solo cavolate’. Ciavarello ha spiegato che l’iniziativa del caffè è stata una risposta nei confronti di chi sostiene che ogni sua attività sia collegata con quella del suocero.

‘Non ci crede nessuno, ma la verità è che noi abbiamo quattro mesi di fitto arretrato’. L’uomo ha mostrato anche l’esigua disponibilità sul conto corrente frutto di una colletta. A questo punto è arrivata la figlia dell’ex capo dei capi che ha deciso di concedere l’intervista a ‘La Iena’ dopo aver parlato con il legale difensore. ‘Siamo in difficoltà e il patrimonio di mio padre è talmente segreto che non lo conosciamo neanche noi. Ci è venuta in mente l’idea della cialda Zù Totò anche per fare un po’ di polemica’.

L'idea della cialda Zù Totò e la polemica social

Il sito della nuova azienda è stato immediatamente chiuso e la donna ha replicato su Facebook con un post al vetriolo. ‘Ci hanno anche minacciato di morte’.

La signora Maria Concetta ha chiesto scusa agli italiani ‘se hanno percepito la cosa di cattivo gusto’. La figlia dell’ex capo dei capi si è soffermato sul rapporto con il padre. ‘Le distanze da mio padre non le predo perché è stato un buon genitore. Io non lo guardo con gli occhi del mafioso ma con quelli della figlia’. La donna ha riferito di avere bellissimi ricordi del genitori.

‘Ricordo quando faceva il minestrone o preparava l’insalata. Io non posso essere perseguitata perché io lo vedo in un modo e voi in un altro’. La figlia di Riina ha preso le distanze dalla mafia. ‘Ma non potete chiedermi di prenderle da mio padre’.

'Non è vero che mio padre ha brindato per la strage'

Maria Concetta ha spiegato di essere andata via dalla Sicilia per restare tranquilla ma non c’è stato permesso perché ci sono state sequestrate le ditte.

Noi dobbiamo essere martiri di queste cose’. La donna ha rivelato anche alcuni aneddoti sulla latitanza del padre. ‘Giravamo per l’Italia e noi non avevamo la percezione che dovevamo scappare. Il tutto avveniva in modo tranquillo, non ho mai incontrato un posto di blocco. Andavamo a fare la spesa come una famiglia normale’. La figlia di Riina ha riferito che il padre gli diceva che lavorava in una ditta e che non l’ha mai visto armato. La donna ha confermato che il padre ha appreso della strage di Capaci dalla televisione. ‘Era normale e non è vero che ha brindato per quello che era successo’.