Matrimonio digitale tra Sky e Netflix, la nuova piattaforma si chiama Sky Q e permetterà ai clienti Sky di accedere a tutti i contenuti Netflix. Soddisfazione di Reed Hastings, Ceo di Netflix, per la nuova platea di spettatori che la sua società riuscirà a raggiungere grazie a Sky. La sperimentazione della piattaforma partirà dal Regno Unito per poi giungere in Italia a fine anno o più probabilmente nel 2019.

Andrea Zappia, amministratore delegato di Sky per l’italia e Jeremy Derroch, il Ceo del gruppo Sky hanno sottolineato la loro soddisfazione per il progetto che grazie alla sinergia e agli investimenti previsti consentirà ai clienti Sky di poter usufruire dei contenuti, oltre che di Netflix, anche dei programmi HBO, Showtime, Fox e Disney.

Tempo di unioni ma a che prezzo?

Sky e Netflix non sono gli unici colossi digitali dell'intrattenimento a pensare a matrimoni di convenienza. La stessa Sky è tuttora nei pensieri di Rupert Murdoch che gestisce già la società madre 21st Century Fox. Netflix, dal canto suo, a detta sempre del suo manager Hastings, avrebbe stanziato ben 8 miliardi di dollari per contenuti originali nel 2018 e 2 miliardi per il marketing come ha annunciato il Cfo dell’azienda David Wells a fine febbraio durante la conferenza Morgan Stanley Technology, Media & Telecom. Entro la fine dell’anno si preannunciano infatti ben 700 titoli nuovi in catalogo dei quali solo 80 prodotti al di fuori degli Stati Uniti.

Incremento perfettamente comprensibile visti i numeri che il colosso di Los Gatos ha realizzato nel 2017.

Gli abbonati sono stati in totale 117,6 milioni, un numero destinato a crescere ulteriormente secondo la compagnia. In quest’ottica una fusione con Sky sarebbe la mossa decisiva per dare scacco matto ai maggiori competitors del settore quali Amazon Prime Video e Hulu.

Sui costi di un possibile abbonamento cumulativo dei due servizi non si hanno ancora notizie precise, quindi i clienti potranno continuare a godere dei due servizi "separatamente" ma accedendo dalla stessa schermata.

Data la vastità dell'impresa l'unico rischio sembrerebbe essere quello di penalizzare i contenuti a scapito della qualità, rischio paventato visti anche i due semi-flop di Mute di Duncan Jones o The Cloverfield Paradox di Julius Onah. Ma la compagnia ha già iniziato a rispondere alle critiche, basti pensare al nuovo programma di David Letterman "Non c'è bisogno di presentazioni" che ha avuto come primo ospite addirittura l'ex presidente Obama.

All'ex conduttore del "The Late Show" si affiancheranno nomi del calibro dei fratelli Cohen, Shonda Rimes, l'ideatrice di Grey's Anatomy e Ryan Murphy famoso per il suo American Horror Story, i due lasceranno rispettivamente le emittenti Abc e Fx. Nonostante tutto il pericolo di buchi nell'acqua è sempre dietro l'angolo e il piano da due miliardi di euro per il marketing previsto da Wells dovrebbe servire a scongiurarlo.