Un posto al sole, la celebre soap opera in onda dal 1996, torna a far parlare di sé e finisce al centro della bufera. Forse è colpa della campagna elettorale infinita, chissà, o forse gli affezionati Upas cominciano a essere stanchi: fatto sta che nella puntata del 19 giugno 2018 si è affrontato il tema dei rifugiati e dell'immigrazione e sui social è sfociata la polemica.
Un posto al sole, la puntata dedicata alla giornata mondiale del rifugiato
Su Rai3 la puntata di Un posto al sole del 19 giugno ha affrontato un tema specifico: quello delle battaglie sociali e politiche per l'accoglienza ai rifugiati.
I personaggi principali, quelli più attenti nella storia della soap a queste tematiche, si sono lanciati in discorsi radiofonici che in Italia, oggi, rischiano di suonare un po' retorici. "Date un volto a questi numeri" tuona Michele Saviani, personaggio storico a cui dà volto e spessore l'attore Alberto Rossi. Numeri precisi: milioni di persone costrette ad abbandonare le proprie case, le persone amate, esponendosi a rischi peggiori talvolta della morte, per sfuggire a guerre e persecuzioni. Donne, uomini, bambini, soprattutto bambini. E la restante parte dei "buoni" del cast rincara la dose: "Aiutare chi è più in difficoltà di voi, può solo fare di voi una persona migliore" afferma Vittorio Del Bue, uno dei volti più longevi e sicuramente pacifici della storia della soap.
Impossibile non associare queste parole al periodo di forte instabilità politica appena passato: e infatti, il web dà in escandescenza. "Propaganda gratuita, basta!" e ancora "Puntata vergognosa. Siete una lagna voi e questi rifugiati".
La spiegazione del capo degli autori di Un posto al sole
Tanto disagio ha richiesto un intervento da parte di Paolo Terraciano, uno degli autori storici della soap opera, a capo della squadra che lavora dietro le quinte: Terraciano ha spiegato a La Stampa che in verità le storie vengono scritte molto tempo prima di essere mandate in onda.
Non sempre i tempi coincidono perfettamente. Infatti, la puntata incriminata doveva andare in onda durante le ventiquattr'ore dedicate ai temi che avrebbe affrontato. "Non scendiamo mai in campo per essere divisivi", afferma. Che equivale a dire che era lungi da degli autori di Un posto al sole fare polemica politica o schierarsi dalla parte di questo o quel presunto leader di turno. "Volevano solo offrire degli spunti di riflessione, non indignare il pubblico: forse proprio questo dovrebbe far pensare", ha concluso Terraciano.