S'infittisce il mistero intorno alla mancata partecipazione di Pamela Prati alla puntata del 12 giugno di Live-Non è la D'Urso. La conduttrice dello show di Canale 5 aveva spiegato dinanzi alle telecamere che, dopo aver ricevuto una richiesta di denaro molto alta (si parlerebbe di decine di migliaia di euro) da parte dei legali della showgirl a poche ore dall'inizio del programma, insieme ai suoi collaboratori avevano declinato la "proposta". Questa sarebbe stata anticipata da una serie di "richieste particolari" avanzate dalla soubrette, tra le quali la presa visione in anticipo delle domande che le sarebbero state poste e un atteggiamento accondiscendente della presentatrice che, al termine dell'intervista, avrebbe dovuto anche abbracciarla.

Le rivelazioni di Barbara D'Urso, però, proprio in queste ultime ore sono state smentite da uno degli avvocati di Pamela Prati, Irene Della Rocca, che ha contattato Fanpage per riportare la sua verità, soffermandosi punto per punto sulle varie argomentazioni addotte dalla conduttrice napoletana durante il suo programma. Su tutti, l'aspetto più importante evidenziato dal legale è il chiarimento relativo alla somma di denaro che sarebbe stata avanzata alla trasmissione: si tratterebbe, infatti, di una richiesta di risarcimento danni per utilizzo d'immagini in un appuntamento precedente di Live-Non è la D'Urso, mentre per la sua ospitata del 12 giugno la soubrette sarda non avrebbe dovuto percepire alcun compenso.

Procedendo con ordine, Irene Della Rocca ha riportato che nelle ultime settimane ci sarebbero stati dei contatti fra Pamela Prati e la produzione dello show di Canale 5 che avrebbe porto le sue "formali scuse" all'ex modella, anche in seguito ad una serie di diffide che sarebbero state inviate alla trasmissione. Pochi giorni fa, invece, sarebbe giunto un invito a comparire a Live-Non è la D'Urso per garantire alla diretta interessata il "diritto di replica".

Gli avvocati della Prati avrebbero replicato chiedendo che l'intervista avesse un "taglio più oggettivo e non accusatorio" com'era avvenuto nelle scorse settimane. Inoltre sarebbe stato necessario un chiarimento personale tra le due artiste, preferibilmente a Roma, considerando le difficoltà della showgirl isolana nel viaggiare a causa della sua claustrofobia.

Da Milano avrebbero risposto che ciò non sarebbe stato possibile, dunque la Prati avrebbe dovuto incontrare la D'Urso direttamente nel capoluogo lombardo.

Della Rocca: 'La mia cliente non ha richiesto alcun cachet'

Dopo quest'ampia premessa, Irene Della Rocca ha affrontato la questione relativa alla somma di denaro che sarebbe stata chiesta alla produzione di Live-Non è la D'Urso per assicurarsi la presenza in studio di Pamela Prati. Stando a quanto rivelato dall'avvocato, alla trasmissione sarebbe giunta una richiesta di risarcimento danni per l'utilizzo improprio di una serie di immagini mostrate in televisione il 15 maggio, per le quali Pamela Prati non avrebbe firmato alcuna liberatoria.

Il legale dell'artista sarda ha spiegato che, probabilmente, per un difetto di comunicazione tra le parti o per dei "volontari fraintendimenti", quest'istanza per la tutela dei diritti d'immagine agli occhi del pubblico si è tramutata in una richiesta di cachet.

Invece la Della Rocca ha dichiarato che la sua assistita non ha preteso alcun pagamento per un'eventuale partecipazione a Live-Non è la D'Urso. Sul particolare riportato da Barbara D'Urso, secondo cui al produttore dello show di Canale 5 sarebbe arrivato un messaggio nel quale si diceva che Pamela Prati non sarebbe scesa dall'automobile se non le fosse stato riconosciuto un lauto compenso, l'avvocato ha ammesso che questa comunicazione sarebbe partita dal suo telefono cellulare, aggiungendo però: "Io non l'ho scritto e non lo ritrovo".

Fanpage, dopo aver visionato gli scambi di e-mail e messaggi tra i rappresentanti legali di Pamela Prati e i responsabili di Live-Non è la D'Urso (almeno quelli forniti dall'avvocato della soubrette) ha constatato che effettivamente risultano le richieste di conoscere in anticipo le domande e di fare in modo che l'intervista non durasse oltre i 10-15 minuti poiché l'artista, già provata fisicamente e mentalmente, non sarebbe riuscita a reggere lo stress di un intervento più lungo. Infine pare sia presente una domanda di risarcimento danni pari a 60mila euro, mentre non sarebbe menzionato alcun tipo di cachet.