"È qui la festa?". A Vasto, no di certo. Il comune in provincia di Chieti dice no a Jovanotti, cantautore, rapper e disc-jockey 52enne. Annullata la tappa del 'Jova Beach Party', mega concerto che avrebbe dovuto svolgersi il prossimo 17 agosto sulla spiaggia di Vasto Marina. Il no arriva dal Prefetto di Chieti, Giacomo Barbato, per ragioni di sicurezza. Immediata la replica social del cantante dopo la 'bocciatura': sarebbe rimasto 'vittima' di beghe politiche locali.
Concerto a Vasto, stop definitivo dalla Prefettura
Il 'Jova Beach Party' non avrà luogo il prossimo 17 agosto sulla spiaggia di Vasto Marina.
L'ha deciso la Prefettura di Chieti venerdì scorso dopo la riunione congiunta del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza e della Commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, che non hanno dato l'ok definitivo dopo settimane di trattative. A darne notizia, al termine dell'incontro, è stato Maurizio Salvadori, amministratore delegato della 'Trident Music', società che da trent'anni organizza i concerti di Jovanotti. A spingere il Prefetto a questa decisione, problemi di sicurezza, inidoneità dei luoghi, oltre all'impossibilità di chiudere in un giorno da bollino rosso la Statale Adriatica per consentire la sosta. Il manager si è detto "esterrefatto" e ha annunciato che della "questione si occuperà ora la magistratura".
Dopo le tragedie di Torino e Corinaldo, a seguito della richiesta proprio da parte delle Prefetture, sono in vigore nuovi e più rigorosi piani di sicurezza che rivedono gli obblighi da parte di chi organizzi eventi o manifestazioni. Tra questi, un lungo lavoro di verifica, analisi, calcolo dei dati e presentazione di documenti precisi.
A Torino, in piazza San Carlo, il 3 giugno 2017, a causa di un presunto allarme bomba una folla umana si riversò verso le uscite provocando a causa dello schiacciamento durante la fuga, la morte di una donna e il ferimento di 1500 persone. In realtà, era in azione una 'banda del gas' i cui componenti ora stanno scontando dieci anni di carcere.
La notte dell'8 dicembre 2018, nella discoteca 'Lanterna azzurra' di Corinaldo (Ancona), c'erano più persone di quelle che il locale poteva contenere. Anche in questo caso, per opera di una banda i cui sei componenti sono stati arrestati dopo un anno d'indagine, venne spruzzata una bomboletta di spay al peperoncino: per il fuggi fuggi generale verso le uscite e il crollo di una balustra esterna, morirono sei persone, una mamma e 5 adolescenti. Gestione del rischio e complesse questioni che mettono in gioco più fattori quali spazio, vie di fuga, sicurezza del palco e degi impianti, possono portare ad annullare un evento anche a poche ore dall'inizio.
La contestazione di Jovanotti
"Vince il fronte del no che rende il Paese immobile".
Polemico, il cantante ha dedicato un lungo post sulla sua pagina Facebook ufficiale per contestare la bocciatura. Secondo Jovanotti, un'occasione di festa oltre che "un'opportunità di sviluppo di un territorio", sarebbero state trasformate in bagarre, non ci sarebbero ragioni oggettive e le centinaia di documenti prodotti, non sarebbero stati esaminati. Ci sarebbero, invece, riscontri più che favorevoli sulle nove tappe già fatte con Prefetture che si sarebbero congratulate per il lavoro svolto dall'artista e dal suo staff.
Il cantante che sarebbe rimasto 'vittima' di beghe politiche locali, si è dichiarato dispiaciuto per gli oltre 30 mila che già avevano acquistato il biglietto e che saranno rimborsati.
Ma il Prefetto aveva già detto in conferenza stampa: "Se questi signori vendono i biglietti prima di avere le autorizzazioni, il rischio di impresa è tutto a carico loro". L'artista toscano lamenta che è stato fermato il lavoro di 1000 persone, oltre che di albergatori, ristoratori e commercianti della zona. Un'impresa del genere, ha scritto il rapper, è stata realizzata anche con la collaborazione del Wwf che avrebbe vigilato sulle tematiche d'impatto ambientale.
Proteste ambientaliste e minacce di denunce
Fin dall'annuncio del tour estivo del cantante, sono montate proteste ambientaliste per l'uso improprio di alcune spiagge italiane al posto di stadi e palasport, e per il timore di danni a delicati ecosistemi in ambienti già minacciati dall'erosione delle coste.
Nel caso della tappa ad Albenga, prevista per lo scorso 27 luglio, era stata annullata perché una mareggiata ha ridotto l'arenile rendendo impossibile montare in sicurezza le strutture e ospitare lo spettacolo.
La Trident Music ha minacciato d'ora in poi denunce perché le accuse di danno ambientale, quasi a ogni tappa, come ad esempio in quelle di Praia a mare, Roccella Ionica e Policoro, sarebbero fake news. La società procederà in via giudiziaria contro una free lance che avrebbe diffuso informazioni non veritiere sulla data di Praia a Mare.