Il servizio di Gaetano Pecoraro de Le Iene andato in onda nella seraata di ieri ha affrontato il tema della depressione e di come sempre più persone facciano ricorso agli psicofarmaci. Ma dietro questa triste realtà si celano interessi economici e non solo.

Psicofarmaci e depressione, uso o abuso

In Italia oggi sono circa 10 milioni le persone che assumono psicofarmaci: si tratta di un numero esorbitante soprattutto alla luce del fatto che solo nel 1970 fossero 100 mila. Occorre fare subito chiarezza sulla psichiatria: essa è una branca della medicina che non fa affidamento su dei precisi marker, ma solo su segni e sintomi descritti in uno specifico manuale, il DSM, acronimo di Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders.

È proprio da questo manuale, considerato la Bibbia della psichiatria, che partono tutte le incongruenze del caso: in esso sono elencati tutti i disturbi mentali e i relativi sintomi a cui gli psichiatri di tutto il mondo fanno riferimento. Tale elenco è soggetto a continue modifiche: basti pensare che fino al 1968 tra i disturbi mentali vi era l'omosessualità, rimossa negli anni Settanta.

Il vero problema è che questo Manuale è viziato in quanto è stato scritto da psichiatri americani che sono in rapporti economici con le case farmaceutiche: questo ci fa capire che vi è tutto l'interesse da parte dei medici a prescrivere ai propri pazienti psicofarmaci.

Le testimonianze

Nel corso del servizio Gaetano Pecoraro ha intervistato diverse persone che oggi fanno uso di psicofarmaci: vi è il caso di Lucia che da 24 anni è totalmente dipendente da psicofarmaci, come la benzodiazepina, e che oggi non riesce più a smettere di prendere tali farmaci.

Anche Cinzia Tani, scrittrice e conduttrice italiana, conferma di essere totalmente dipendente dagli psicofarmaci: il tutto è partito dalla sua difficoltà nel prendere l'aereo e nei ripetuti attacchi di panico che la tormentavano. Poi sono arrivati gli psicofarmaci che hanno eliminato ogni fobia, restituendole la gioia di vivere.

Ma la testimonianza più importante e positiva dell'intero servizio è quella di Yuri: sin da piccolo ha sofferto di attacchi di panico, dal classico mal di pancia prima di un'interrogazione, e così si è rivolto ad uno psichiatra che sin da subito gli ha prescritto psicofarmaci. Dopo esser caduto nel buio totale della depressione, ha avuto la forza di cambiare medico ed è stata la scelta migliore che potesse fare perché quest'ultimo è riuscito a tirarlo fuori dalla depressione usando semplici stratagemmi per superare le sue stupide fobie senza l'uso di psicofarmaci.

Un servizio che ha sicuramente portato i telespettatori a riflettere su un problema molto diffuso sul territorio e che, molto probabilmente, viene affrontato con troppa leggerezza.