Paola Saulino è tornata su Instagram. La giovane influencer napoletana era stata bannata dal social circa quattro mesi fa, ma nonostante tutto, recentemente ha deciso creare un nuovo account: insta_paolina2.

Blasting News l’ha contattata per un’intervista, nella quale ha parlato dei social, non è mancato neanche un pensiero calcistico sul suo Napoli che non ha centrato l'accesso alla prossima Champions League.

Paola Saulino ritorna su Instagram

Paola, grazie per l’intervista. Cosa ti ha spinto a tornare su Instagram?

“Erano passati quasi cinque mesi, cominciava a essere tanto tempo.

Avevo l'esigenza di condividere con il mio pubblico, di comunicare, di riaprirmi, mettermi in discussione. Stare ferma avrebbe voluto dire darla vinta a chi mi aveva voluto affossare e invece ho creduto che è proprio in questi momenti che un artista deve dimostrare di essere tale, quando tutti lo danno per sconfitto. Tolto il profilo, forse per l’immaginario collettivo, non sei nessuno. Ripartire da zero è molto complicato. Il 98% delle persone non sono disponibili a mettersi in discussione perché si deve cambiare un modo di comunicazione che evidentemente ha portato alla censura. Ci si deve adeguare ai nuovi numeri che inizialmente sono bassi e il traffico diventa una droga per un influencer.

Quando si riparte e si vede che si hanno duemila like e non 200 mila fa effetto. Si deve essere forte e non badare a quante persone si parla, ma al contenuto. Io spero di essere forte”.

Alla fine sei riuscita a fare luce e ordine su quanto accaduto quattro mesi fa?

“Sicuramente mi faccio un’idea che è quella più logica, ovvero la risposta che ha avuto una sola agenzia, senza però uno screen ufficiale, cioè di non riuscire a recuperare l’account per attività sessuale e adescamento sessuale.

Questo è il motivo per cui Instagram ha deciso di farmi fuori. Per la legge adescamento sessuale è un concetto molto preciso e mi permetto di dire che non è quello che ho messo in scena. È assurdo e a questo punto non so cosa c’è sotto. Mi hanno già eliminato due contenuto da venerdì. Avevo postato un contenuto sulla Champions League e considera che i miei collaboratori quei video li postano sui loro profili, mentre sul mio lo tolgono.

Avevo fatto un lavoro di arte contemporanea con Chico De Luigi e Emiliano Ponzi. Ieri pomeriggio posto dei video backstage con hashtag relativi alla performing art. Stamattina mi alzo e vedo che il mio account potrebbe essere eliminato. C’è tanto lavoro che viene buttato e non so più come dirlo. Ad esempio il contenuto della Champions League vale decine di migliaia di euro. In meno di due anni ho speso per creare i miei contenuti più di 100 mila euro. Certe cose costano: c’è il truccatore, il montatore, le luci, l'affitto delle sale. Tutto ciò mi spaventa, perché il pensiero di badare a tutta questa struttura è complesso, diventa più matematico e meno artistico. Si rischia di lavorare inutilmente”.

Che messaggio lanci ai tuoi followers e cosa devono aspettarsi?

“Bisogna avere sempre la forza di ripartire. Le azioni ci definiscono, nel momento in cui la mia generazione fa fatica ad affermarsi. Si devono aspettare una Paolina un po’ più fragile perché sono più vulnerabile. Loro mi hanno conosciuta come forte, grintosa, un animale da palcoscenico e quella parte c’è, ma ora sono libera e serena di esporre una parte fragile che garantisce quella forte. Chiedo al pubblico di non essere più da sola e per questo nasce il team paolina. Io non sono mai approdata in tv sostanzialmente e mi seguivano un milione trecento mila persone con dati insight per ogni settimana di 70 milioni. Qualcuno, evidentemente, mi conosceva e apprezzava il mio lavoro, o ne era affascinato.

Quindi mi sento di chiedere aiuto all’unica forza che mi ha sostenuto, ovvero il popolo. Non è che Sky mi ha mai dato un’opportunità o un’altra azienda. Solo il popolo me l’ha data la visibilità perché ho fatto qualcosa che lo rappresentava”.

La challenge di Paola

Stanno per iniziare gli Europei. Un pronostico sull’Italia e se vedremo qualcosa di itinerante sul tuo profilo.

“Itinerante no, ma farò cinque contenuti di video arte uno per ogni fase. Domani comincerò il lavoro e sarò sul set per questi video artistici. Sarà qualcosa di internazionale perché ci sarà poca parola e molto spettacolo ma su Instagram. Non sarà una cosa divertente con il microfono per intervistare. Il progetto team Paolina quindi parte domani e farò una challenge di 90 giorni.

Ho messo il numero 90 giorni perché c’era il video famoso della pecora che era virale. Farò questa challenge che poi svilupperò attraverso i post con delle ricompense per raggiungere un milione di followers in 90 giorni. Darò anche una possibilità al pubblico: ove il contenuto fosse piaciuto c'è l’opzione di donazione che rientra in progetto di crownfunding, anche questo con ricompense. Se si dovesse raggiungere una cifra valida per andare a chiedere uno spazio a pagamento in una piattaforma commerciale contemporanea, si potrebbe compare questo spazio e quello che non si può effettuare sul web si farebbe in tv. Mi rendo conto che non ha una categoria ma la vita è fatta di innovazioni”.

Paola, cambiando argomento, da napoletana volevo chiederti come commenti il finale thriller di stagione dei partenopei che non sono arrivati a qualificarsi in Champions League?

“Non mi aspettavo questo, pensavo che la qualificazione alla Champions League fosse nostra.

C’è tristezza e rammarico. Da tifosa la cosa che più mi ha dato fastidio è questo silenzio stampa, che mi è sembrata più voglia di non parlare su ciò che la società stava vivendo. Un tifoso vive di questo e lo dico da amante del calcio. Se posso ascoltare dai ragazzi che giocano nella mia squadra o un’opinione di Gattuso sono contenta e la società me l’ha tolta questa cosa. Non può finire il rapporto con Gattuso con un tweet di De Laurentiis. Il calcio è anche la chiacchiera da bar. Se un business funziona è perché la domanda è alta e questo è merito dei tifosi. Si tende sempre a minimizzare il potere del popolo e questo non mi va bene”.