Al Corriere della Sera, l'attrice Violante Placido si racconta in un’intervista dove esplora il proprio percorso artistico e personale, tra il desiderio di emanciparsi dall’ombra familiare e la volontà di affermarsi nel mondo dello spettacolo con una voce autentica. Figlia del celebre regista e attore Michele Placido e di Simonetta Stefanelli, ha saputo costruirsi una carriera tra Cinema e musica, senza mai perdere il desiderio di esprimere la propria individualità.

Una giovinezza all’insegna della libertà

L'attrice racconta un’infanzia caratterizzata da una grande indipendenza: "Non c’era bisogno di essere ribelli", afferma, sottolineando come abbia sempre cercato di ritagliarsi un proprio spazio.

L’amore per l’arte e la recitazione nasce presto, favorito anche dall’esperienza di formazione negli Stati Uniti presso il Lee Strasberg Institute, un passaggio fondamentale per affinare le sue doti interpretative.

La musica come espressione di sé

Oltre alla recitazione, la musica ha rappresentato un canale privilegiato per esplorare la propria interiorità. Ha scelto di esibirsi con il nome d’arte Viola, per distaccarsi dal peso del cognome paterno: "Volevo un’identità artistica distinta". Attraverso i suoi brani, come Non essere timida, ha cercato di superare insicurezze e pregiudizi, utilizzando la voce come strumento di autentica espressione.

Il film su Moana Pozzi: un’esperienza immersiva

Interpretare Moana Pozzi è stato per Violante un viaggio profondo: "Ho letto e visto tutto su di lei per comprendere il suo mondo".

L’incontro con Riccardo Schicchi, che aveva gestito la carriera di Moana e Cicciolina, è stato illuminante. "Mi disse che Moana aveva un'aura magnetica che incuteva soggezione", racconta, sottolineando la complessità della donna dietro il personaggio pubblico.

Dall’Italia a Hollywood: esperienze con Nicolas Cage e George Clooney

Nel suo percorso internazionale, ha lavorato con star come George Clooney e Nicolas Cage. Se il primo si rivelò riservato e professionale sul set di The American, con Cage nacque una complicità inaspettata. "Parlavamo della difficoltà di essere figli d’arte", spiega, rivelando un dettaglio inedito: "Mi confessò di aver avuto una cotta per mia madre".

Oltre l'etichetta di 'figlia di'

Violante Placido ha dovuto affrontare i pregiudizi legati al suo cognome, ma ha sempre rifiutato il ruolo della vittima. "Non voglio essere ridotta a un’etichetta", afferma, ricordando che il padre inizialmente la immaginava costumista piuttosto che attrice. Ma la sua determinazione l’ha portata a scegliere con consapevolezza la propria strada.

Tra Orwell e commedie romantiche

Dopo ruoli intensi, come in 1984 a teatro e L’anima gemella di Sergio Rubini, si prepara a un cambio di registro con la commedia romantica La dolce villa, in uscita su Netflix. "Interpreto la sindaca di un borgo toscano che vuole ripopolarlo vendendo case a un euro", anticipa. Un progetto che le ha restituito leggerezza ed entusiasmo, dimostrando ancora una volta la sua versatilità e voglia di sperimentare.