Torna la deflazione in Italia e molti gridano al miracolo economico; peccato che sia solo un'illusione. La deflazione, cioè una diminuzione generale dei prezzi, è in realtà un fattore insidioso per l'economia ed è addirittura peggio dell'inflazione. Per quale motivo? Perchè si tratta in realtà di un avvertimento riguardo un pesante congelamento dei consumi e degli investimenti, che mantiene bloccato il nostro sistema economico impedendogli di crescere.
I dati Istat di ottobre dicono che l'Italia è entrata di nuovo in deflazione, mentre l'inflazione è in calo dello 0,1% su base mensile e dello 0,2% su base annua; i dati dell'Istituto di ricerca dicono che a causare la deflazione è soprattutto la contrazione dei prezzi dei beni energetici (gas, carburanti ed energia elettrica), che è calata considerevolmente con un parziale rientro della contrazione dei beni non regolamentati (benzina verde, gas in bombole e gasolio per auto). L'inflazione sui beni energetici, invece, è rallentata fermandosi a +0,2%.
Perchè la deflazione dovrebbe spaventarci?
Perchè, come dicevamo prima, dovremmo quindi spaventarci della deflazione? Perchè essa si manifesta ogni volta che i prezzi calano, sì, ma per via della debolezza di servizi e beni, che si conferma così un freno alla spesa di aziende e consumatori.
Il consumatore, di conseguenza, rallenta le spese pensando di poter spendere di meno in futuro e diminuendo pertanto i consumi generali; le aziende rimandano l'acquisto di beni e servizi ritenuti non indispensabili sul momento, collocando quindi a prezzi inferiori quelli che non possono invece vendere a determinate cifre. Qual è il problema? Si viene a creare così un vortice negativo in cui le imprese, vedendo come altre aziende diminuiscono l'acquisto di servizi e beni, provano a ridurre i costi influendo in modo non indifferente anche sul costo del lavoro e usando poco credito. Si tratta di una trappola pericolosissima, in cui vi sono caduti in tempi recenti la Grecia e il Giappone; il Paese nipponico vi è addirittura cascato tra il 2000 e il 2006 costringendo la banca centrale a mantenere sullo 0% i tassi per favorire il libero circolare della liquidità.
L'aspetto più grave è che il nostro Paese è entrato in deflazione nel 2014, una cosa che non si verificava dal 1959, tenendo presente che dagli anni Ottanta nessun Paese occidentale ha mai più registrato momenti eclatanti di deflazione, escludendo un breve periodo per Usa e Germania tra il 2008 e il 2009.