Recensire un titolo come Shenmue 1&2 Hd Collection per Xbox One è un vero ritorno alle origini; uscito nel 1998 su Sega Dreamcast in versione giapponese lo giocai tutto di un fiato finendolo per poter vendicare la morte del padre di Ryo. La versione rimasterizzata uscita su Ps4 e Xone ripropone le gesta di Ryo Hazuki che cerca giustizia per la morte del padre maestro e per poter scoprire la verità su chi si cela dietro il suo assassino.

La cultura del Giappone

Shenmue è quindi un titolo diverso, coraggioso, criticabile come e più di ogni altro prodotto, ma comunque estremamente lontano dai canonici ritmi "giocosi" offerti dalle produzioni più in voga allo stato attuale delle cose e, allo stesso modo, appare sicuramente un titolo tanto affascinante quanto semplicemente difficile da proporre quale portabandiera (singolo) di una line-up (disco) di titoli che devono forzatamente confermare le potenzialità e le aspirazioni di mercato della Sega. E comunque sia, finora, il colosso nipponico ha vinto la sua prima battaglia: Shenmue si rivela vendutissimo negli States e in Europa, di certo non come successe più o meno dodici mesi or sono nel caso del lancio nipponico della visione di Suzuki e compagnia assortita.

Shenmue è un prodotto particolare e con questa "recensione" vorremmo farvi capire definitivamente quanto sia o meno il caso che vi fiondiate nel negozio più vicino per passare all'esborso della cifra richiesta. Non per nulla la Cover Story propostavi nelle ultime tre settimane è stata pensata appositamente per mettere i nostri lettori nelle condizioni di capire nel migliore dei modi (vogliamo sperare) quale fosse la reale natura del gioco voluto fortemente da Yu Suzuki. Effettivamente Shenmue è come il miglior champagne, sicuramente per molti, ma non per tutti... O meglio. E arriviamo al succo della questione: Shenmue è arte. Prima di ridare linfa vitale a una delle questioni e dei dibattiti più noiosi e irrimediabilmente privi di fondamenta degli ultimi eoni (i Videogiochi sono arte, i videogiochi non sono arte, ma l'arte che cos'è, spieghiamoci: Shenmue è arte tanto quanto un quadro realizzato dal sottoscritto in momento di particolare ispirazione, intendiamo arte quindi come visione estremamente personale e univoca di una realtà, o creazione di una realtà personalizzata).

Con quanto appena detto s'intende sottolineare la natura non commerciale (per quanto possibile) di Shenmue.

C'è di che strabuzzare gli occhi: Shenmue, titolo che doveva e deve forzatamente rialzare parte dei conti in rosso dell'eterna perdente (economicamente) Sega, è un titolo tanto votato alla violenta commercializzazione quanto Kid A (sempre Radiohead). Eppure sia Kid A che Shenmue sono schizzati in vetta alle classifiche: semplice potere dell'hype, compera irrefrenabile di un qualcosa smodatamente atteso o giusta ricompensa di un titolo esuberante e difficilmente rinchiudibile (come natura) all'interno di un qualche progetto ben definito dal punto di vista commerciale? Tutto questo e nulla di tutto ciò.

Sicuramente Shenmue ha venduto quello che finora ha venduto in occidente grazie all'hype, all'attesa nevrotica che si è creata attorno al prodotto. Ma se le vendite dovessero continuare a confermarsi stabilmente nelle prime posizioni (eventualità alla quale crediamo in modo piuttosto debole), ci sarebbe evidentemente da rivedere la questione dal punto di vista di un apprezzamento universale di un gioco e quindi, inevitabilmente, si parlerebbe di mercato maturato e cresciuto anche come aspettative e... come richieste all'industria.

Nonostante tutto, comunque, rimane la consapevolezza che Shenmue è un prodotto atipico: definendolo "prodotto" abbiamo comunque incluso la dimensione puramente commerciale che alberga tranquillamente anche in Shenmue, tale da renderla si una realizzazione peculiare e interessante, personale e quanto mai astratta (per quanto realistica, strambo no?), ma anche rivolta comunque ai giocatori.

Per volerla dire in breve: esistono comunque dei limiti, perché si tratta effettivamente di un prodotto, di un gioco finito che deve anche fornire al giocatore quello che [perlomeno in parte] si aspetta. Insomma, una sequenza di tasti da premere in un qualche modo, in un qualche tempo, in un qualche luogo, aggiungeremmo noi. Shenmue è quindi un titolo che offre a piene mani emozioni e stile: stile grafico, stile di gioco. Offre, riprende, rielabora, riesuma e accorpa idee che potrebbero sembrare fin troppo distanti tra di loro, ma, incredibile, funziona. Non va visto con gli occhi catalogatori del giocatore più abituato a criticare con le usuali "regole" di un gioco. Ha una incidere e un evolversi lento?

Dal mio punto di vista no, è semplicemente un'esperienza diversa da uno Skies of Arcadia, piuttosto che da un Final Fantasy. Quello che invece ho provato spesso e volentieri è stata un'autentica sensazione di inconsapevolezza su quello che sarebbe potuto succedere in una nuova giornata a Yokosuka. E questo è quanto e, dal nostro punto di vista, non è poco. Shenmue ha dato vita a giochi open world come la serie Yakuza sempre di Sega. Aspettiamo con trepidazione l'uscita del terzo capitolo annunciato pochi giorni fa per il prossimo anno. Il gioco offre un ottimo miglioramento e pulizia grafica ma lascia intatta tutta l'atmosfera che hanno reso unico questo gioco.