Quando si parla di dipendenza la prima cosa a cui si pensa è la droga, l’alcol, forse il tabacco o, nel migliore dei casi, il caffè e il cioccolato. Ma oggi, esistono forme di dipendenza molto più subdole, nascoste, seppur quotidianamente sotto gli occhi di tutti. Nell’epoca in cui, quando ci si conosce non si chiede più il numero di telefono ma il contatto Fb, non appare così strano arrivare a pensare che i social network stiano invadendo a tal punto le vite di tutti da sostituirsi spesso alla realtà dei fatti.
La vita non può essere solo Like e followers
E' per questo che a soli 19 anni una ragazza, una modella, Essena O'Neill, si rende conto che il modo in cui stava usando questi strumenti, così attuali, così all’apparenza innocui, era del tutto sbagliato e che il messaggio che stava lanciando attraverso di essi era del tutto fuorviante.
Per anni Essena ha condiviso immagini di se stessa in cui l’unico obiettivo è sempre stato la perfezione: il profilo giusto, la posizione giusta, lo sguardo giusto. Tutto per soddisfare una sfrenata ricerca di approvazione da parte degli altri. E infatti, in men che non si dica, si è ritrovata con migliaia di seguaci in giro per il mondo, oltre 500.000 su Instagram e 250.000 su Youtube….numeri da capogiro per una giovane ragazza che non voleva altro che sentirsi apprezzata.
Ma a quale costo? Essena, a un certo punto, si è resa conto che quello che stava offrendo al suo pubblico non era altro che un artificio della realtà, delle immagini di una falsa perfezione che non portava altro se non che vuoto e insoddisfazione per se stessa.
All’alba dei suoi 19 anni ha deciso di interrompere la condivisione di questo tipo di contenuti sui suoi profili social commentando così: «Pancia in dentro, posa strategica, tette «spinte» verso l'alto. Voglio che le ragazze più giovani sappiano che questa non è vita vera». Proseguendo: «Io stessa sono stata consumata dai social. Questo è il motivo per cui me ne sono allontanata. Non vivevo più in un mondo 3D».
In una società in cui non ci si guarda più in faccia, in cui si rischia di andare a sbattere ai pali della luce mentre si cammina perché troppo presi da quello che succede in una mini scatola rettangolare touchscreen, giunge come una ventata di aria fresca la decisione di questa ragazza.
Non si tratta di bigottismo 2.0, nessuno vuol dire che al giorno d’oggi bisognerebbe fare a meno definitivamente dei social e di tutti questi nuovi meccanismi di condivisione ma, ciò che conta, è conservare la consapevolezza che una volta spenti i social riflettori la vita vera è un’altra.