"Il futuro è nelle nostre mani" è una frase che potremmo sentire in mezzo alla gente, o agli spot pubblicitari che ci bombardano ogni giorno. Un'affermazione dimostrabile attraverso molti canali, tra i quali ci sono le immagini, o i video, dell'instancabile lavoro di giovani ricercatori, sperimentatori, studenti che apportano il loro talento alle conoscenze acquisite di un professore.
Questo avviene nei vari campi, ma si tratta pur sempre di tecnologia, la materia grazie al quale si evolvono tutti gli altri settori. Tra i vari casi, esiste uno in particolare che potrebbe cambiare le sorti di una delle più importanti invenzioni al mondo: il personal computer.
A scuola di scienza
Navigando nei siti web si scopre molto, e uno in cui possono vedersi le immagini menzionate sopra è quello dell'University of New South Wales, Australia. In particolare, alla voce 'School of Materials Science and Engineering' troviamo le ultime ricerche nel campo dei materiali, dei polimeri e delle nanotecnologie.
E sono proprio queste ultime a dare inizio alla sfida che ha per oggetto i computer. Il progetto in questione, capitanato dal professor Sean Li, avrà come obbiettivo che un PC diventi spalmabile sopra a vari dispositivi, come fosse un inchiostro.
Alcuni dettagli del progetto
Microscopici cubi di ceramica contenenti ossido di cerio, un materiale che il professor Li definisce: "un elemento metallico presente in terre rare", costituiranno il contenuto di una specie di inchiostro, cioè un liquido trasparente che sarà possibile imprimere, o meglio spalmare, sullo schermo di un monitor o su qualsiasi superficie capace di supportare questa sostanza. I personal computer saranno dunque il frutto di nanocubetti in grado di memorizzare migliaia e migliaia di informazioni, questo perché il progresso si sta concentrando sempre più su questo argomento: racchiudere una mole quasi infinita di informazioni binarie in contenitori sempre più piccoli.
In un'accezione futuristica il PC potrebbe chiamarsi IC (Invisible Computer o computer invisibile), e l'aspetto clamoroso consisterebbe in un capovolgimento delle cose, ovvero la stampante a getto d'inchiostro passerebbe da componente hardware a dispositivo in grado di produrre il computer stesso. In un futuro non molto lontano, sarà dunque auspicabile non solo creare cubetti di memoria, ma ridurre a quella dimensione anche i transistor, o ogni elemento che vediamo all'interno del nostro portatile.