Sotto l'immenso ghiacciaio Thwaites, nell'Antartide, un team di ricercatori della Nasa guidato dall'italiano Pietro Milillo ha scoperto una mastodontica grotta causata dal progressivo scioglimento del ghiaccio. Essendo il Thwaites uno dei più grandi ghiacciai del mondo, la sua sparizione porterebbe a un innalzamento dei mari molto pericoloso.
Questa scoperta si aggiunge all'ormai triste raccolta dovuta ai cambiamenti climatici che stanno mettendo a repentaglio la stabilità del nostro pianeta.
La scoperta dell'enorme cavità da parte di un glaciologo italiano
Il Thwaites è uno dei più grandi e importanti ghiacciai dell'Antartide, e quindi del pianeta. Proprio sotto di esso è stato trovato però qualcosa di molto preoccupante. A fare la scoperta è stato un gruppo di ricerca della Nasa (il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA e dell'Università della California di Irvine), assieme al Centro aerospaziale tedesco di Monaco di Baviera in Germania e all'Università Grenoble Alpes di Grenoble, coordinati dal glaciologo Pietro Milillo.
Questi ricercatori hanno rilevato una voragine provocata dai cambiamenti climatici.
In parole povere, il riscaldamento globale sta sciogliendo una vera e propria montagna di ghiaccio, riversando tonnellate di acqua nei mari. La grotta è già profonda 300 metri ed è vasta ben 40 chilometri quadrati. Per fare un esempio, ha quasi le stesse dimensioni di Manhattan, il famoso quartiere di New York. Contiene (o almeno conteneva) 14 miliardi di tonnellate di ghiaccio, ma negli ultimi tre anni buona parte di esso si è già sciolta.
Lo studio della voragine e i pericoli che essa comporta
Grazie ai rilevamenti radar della missione “IceBridge”, sommati ad altre informazioni pervenute tramite i satelliti, Milillo e il suoi team di ricerca hanno compreso che il processo di scioglimento del ghiacciaio Thwaites sembra ormai inarrestabile, il che comporta conseguenze molto gravi.
Se infatti esso dovesse sciogliersi del tutto, il livello di tutti i mari si alzerebbe già di 65 centimetri. Dal momento, però, che esso è profondamente legato a un sistema di ghiacciai antartici vicini, potrebbe "portare con sé" tutti i suoi simili, innescando una reazione a catena che farebbe sciogliere anche gli altri. Se ciò accadesse davvero, il livello del mare raggiungerebbe i 2,4 metri, con risultati che sarebbero devastanti per tutto il pianeta e per le zone costiere del globo.
Ad aver scatenato questi eventi nell'arco di soli tre anni sono stati indubbiamente i cambiamenti climatici, ma gli studi di Milillo e colleghi stanno cercando di capire quale tipo di evoluzione ci sarà. Sembrerebbe che, per via della voragine, l'acqua marina più calda stia affluendo sotto i ghiacciai antartici, velocizzando il processo di scioglimento e facendo arretrare il ghiaccio di ben 800 metri annui. Tutti questi studi molto preoccupanti sono stati riportati sulla rivista Science Advances.