Il 15 gennaio 2018 è stata annunciata ufficialmente la bancarotta della carillion, la seconda più importante azienda inglese, fornitrice di servizi ed opere pubbliche. Durante le due settimane trascorse si sono rivelati i seguenti dati: la liquidità dell’azienda era solo di £ 29 milioni al momento della bancarotta, il debito complessivo ammontava a £ 900 milioni di cui £ 580 milioni dovuti all'erario per i contributi sociali (fondo pensionistico non regolare dal 2008).

Già solo con queste cifre da capogiro sorgono una serie di dubbi sull'organo di sorveglianza, sulla veridicità e trasparenza dei bilanci emessi ed approvati dai rispettivi commercialisti della società. Oblio ed oscurità nella gestione aziendale. Ora la Gran Bretagna e i suoi cittadini si trovano con decine di migliaia di piccole aziende a rischio di fallimento, con gli istituti assicurativi che coprono solo circa £ 30 milioni e non sono considerate le aziende senza copertura assicurativa, che probabilmente non avranno una copertura del loro credito. Ventimila di Lavoratori sono a rischio direttamente ed altri centomila indirettamente nella catena ad effetto domino.

Il fallimento ha messo in discussione tutto il settore pubblico tra le scuole, le prigioni, gli ospedali, le forze armate che avevano legami e venivano servite dalla Carillion.

Come nasce la Carillion e che cos'è un PFI

La società nasce dalla scissione dalla storica Tarmac nel 1999. L'azienda inizia ad ampliarsi nel 2001 con l'acquisizione GT Rail Maintenance entrando in gioco nel settore delle ferrovie. Da qui parte a gonfie vele, continua ad espandersi attraverso altre acquisizioni importanti in patria, ed una in Canada, tutte nel settore di costruzione di opere pubbliche e servizi allo stato. La chicca arriva quando Carillion, ormai diventata solida sul mercato, è in grado di entrare nel settore dei PFI (Private finance initiative).

La vera invenzione dell’affare nel settore pubblico. Questo porterà a fruttarle montagne di soldi ma a quanto pare non ai lavoratori, non allo stato ma a chi stava alla guida della società. PFI sta per Iniziativa privata di finanziamento ed è stata introdotta precedentemente anche nei paesi come Australia, Spagna e sicuramente Inghilterra. Il governo britannico si è già espresso in passato riguardo i "PFI" che sono una via di mezzo tra la veridicità nei bilanci e la via di fuga dalla vera situazione aziendale a seguito redazione del bilancio d’esercizio. Cosa permette di fare un PFI in termini economici ? Un PFI è nient’altro che una forma di finanziamento dopo la stipula di un contratto tra un’azienda privata e qualsiasi struttura statale o governativa.

Il contratto di solito è di durata tra 25-30 anni ed ha un valore concordato imposto dal settore pubblico. In base a tale contratto ed attraverso un PFI, l’azienda è in grado di ottenere altri finanziamenti aggiuntivi per coprire e solidificare la commessa acquisita dallo stato. Questo permette di ampliare le risorse aziendale a breve termine e sfruttare la leva a lungo andare, specialmente dopo il completamento dell’opera, che sia essa un ospedale, ampliamento della ferrovia, una scuola, una prigione o costruzione di case popolari. Nel nostro caso però, la Carillion non si focalizza sul miglior servizio o miglior ospedale o quel che sia. Ma vuole sfruttare al massimo le sue possibilità, incrementando i volumi d'affari in base ai quali venivano retribuiti i suoi manager viziati.

Tutti consapevoli di avere le porte aperte nel settore pubblico . Il PFI permette anche di pagare le tasse nei paradisi fiscali grazie all'effetto 'off-shore" e di fare speculazioni stimando una previsione di guadagno dalla stessa opera pubblica una volta completata.

Ecco come Carillion si ingolosice e vede solo montagne d'oro

La Carillion ritratta i rispettivi contratti e subappalta ad altre piccole aziende prolungando a loro i tempi di pagamento ma con ottime referenze,lo Stato. Così facendo, perde completamente il controllo sul processo produttivo e i suoi aspetti fondamentali. Questa volta, come nella roulette russa la società inizia a scommettere e firmare contratti su contratti finché la bolla dei contratti è esplosa pur coprendo i buchi nei bilanci e i debiti resi noti solo il 15 gennaio 2018.

L’azienda che dal 1999 ha avuto un buon inizio, una grande ascesa e bruscamente negli ultimi quattro anni si è rivelata un fiasco. A quanto pare non basta saper solo firmare i contratti, saper evadere i contributi sociali per le pensioni dal 2008, saper onorare i top manager con stipendi stratosferici e lasciarli andare quando l'azienda sta per fallire. Nonostante tutto, l’azienda continuava a firmare contratti senza rendersi conto che a volte i margini di guadagno erano irrisori o quasi nulli.

Che ruolo ha il settore pubblico e perché si è arrivati al collasso finale ?

Da quattro anni ormai giravano voci negli ambienti finanziari che l’azienda era in difficoltà. Per quel che sia nessuno ha alzato il dito per dire:”Houston, abbiamo un problema!”.

I contratti firmati con il settore pubblico sono unilaterali ed il loro valore è sempre minore rispetto al valore di mercato quindi lo firma solo chi offre di meno. E con questo meno meno dopo tutto ritorna come un'onda d'urto che colpisce l'intera società. Ora che abbiamo visto le cifre e i dati sopra chi paga i danni per un fallimento del genere ? Di chi è la colpa ? Se lo stato permette e da’ la possibilità alle aziende di sfruttare certi meccanismi per arricchirsi, sicuramente chi si trova davanti alla montagna d’ora ed ha capito come funzione il tutto, cosa fa, sfrutta la propria posizione. Ora che recentemente il governo inglese ha parlato del deficit pubblico, ha parlato di inflazione ed ha parlato dell’uscita dall’Unione Europea, di cosa parlerà nella prossima riunione?

Se la Bank of England ha dichiarato: "con la Brexit sono a rischio 10,000 lavoratori", dopo il fallimento Carillion quali saranno i nuovi dati? Non lo sappiamo ancora, dobbiamo sperare che non vada in fiamme un palazzo come la Grenfell Tower dove sempre grazie ad un appalto a basso costo, la ristrutturazione è stata eseguita sempre a basso costo. E se dobbiamo pagare con la propria vita, vivendo in un palazzo a rischio, forse è il caso di rivedere parecchi aspetti nella burocrazia statale, nella gestione e fornitura delle opere pubbliche, nei valori di mercato a lungo termine dei rispettivi contratti includendo una serie di obblighi e doveri. Perché se dare il contratto a chi offre meno, vuol dire solo ricevere meno. E nessuno vuole pagare con la propria vita per un errore umano di qualcun'altro. Soprattutto quando l'errore è basato solo su interesse economico privato e pubblico.