Intervistato dalla tv britannica Itv, il presidente americano Donald Trump ha confermato di non essere un grande fan dell'Unione Europea. Prima ha strigliato la collega Theresa May (pur dicendo di provare "rispetto" nei suoi confronti) sul modo in cui sta gestendo le trattative per la Brexit, poi ha accusato l'Ue di essere "molto ingiusta" in tema di commercio nei confronti degli Stati Uniti.
"Un atteggiamento diverso"
Il 24 giugno 2016, quando era ancora candidato alla presidenza, Trump volava in Scozia per inaugurare un campo da golf che porta il suo nome.
Interpellato sul voto a favore dell'uscita dall'Unione Europea espresso dai sudditi del regno il giorno prima, l'aveva commentato come "una cosa buona". Nessun leader mondiale si era ancora espresso positivamente a proposito della Brexit. Da allora, l'attuale inquilino della Casa Bianca non sembra aver cambiato idea. Durante il suo primo anno di presidenza, ha mostrato di volere mantenere la storica relazione speciale tra Washington e Londra, e si è mostrato quantomeno freddo nei confronti dell'Europa unita.
Ieri, ha voluto rimarcare il concetto. "Se avrei negoziato in quel modo? - ha detto rispondendo a proposito delle trattative per l'uscita dall'Unione - no, avrei avuto un atteggiamento diverso...Avrei detto che l'Unione Europea non è come dovrebbe essere.
Sarei stato più duro per uscire".
Molto ingiusti
Durante l'intervista, Trump ha poi parlato dei rapporti generali con l'Unione Europea, e anche in questo caso non ha usato parole lusinghiere. "Ho avuto molti problemi con l'Unione Europea - ha detto - e questo potrebbe trasformarsi in qualcosa di molto grave da quel punto di vista, dal punto di vista commerciale.
L'Unione Europea ha trattato gli Stati Uniti molto ingiustamente in fatto di commercio".
Parole che potrebbero riferirsi alla tanto discussa web tax, su cui gli stati membri avrebbero raggiunto un accordo a Tallin lo scorso settembre. Un provvedimento che, qualora attuato, mirerebbe ad aumentare la tassazione sui giganti del web come Facebook e Google, che con le attuali regole riescono spesso a minimizzare i propri versamenti al fisco dei Paesi europei.
Giganti del web che, manco a dirlo, sono tutti di provenienza statunitense.
In ogni caso, con Trump i rapporti transatlantici si confermano più problematici di quanto non fossero in passato. L'inquilino della Casa Bianca ha incassato le critiche abbastanza esplicite di Angela Merkel e degli altri leader del vecchio continente durante il World Economic Forum di Davos, e il Ttip, l'accordo commerciale voluto da Obama che avrebbe unito le due sponde dell'Atlantico, sembrerebbe a un punto morto.
Su un altro accordo, invece, gli Stati Uniti potrebbero cambiare idea: quello sul clima, firmato a Parigi nel 2015. Trump ne aveva firmato l'uscita nel giungo del 2017, definendolo dannoso per l'economia americana, ma ora apre a un possibile rientro nei ranghi, a patto che l'accordo venga sostanzialmente modificato: "Se si raggiunge un buon accordo, c'è sempre la possibilità che torneremo - ha dichiarato durante l'intervista a Itv - ma dovrebbe essere un accordo completamente diverso, perché quello attuale è terribile". Recentemente, Trump ha ventilato anche il possibile rientro di Washington nel Tpp.