Ormai la questione sicurezza è uno dei principali argomenti della città capitolina, sempre più frequentemente luogo di reati, furti e truffe in casa, spesso a danno di anziani che vivono soli. Nei giorni antecedenti il fatto, molte auto civetta sono state dispiegate per il quartiere, in un'operazione atta a dare un freno alle molte, troppe azioni criminose che hanno luogo nella capitale.
La sparatoria, quindi la fuga
Il tutto è avvenuto nel giro di pochi attimi. In pieno pomeriggio, nel quartiere di Monteverde, a via Ozanam, un posto di blocco di una pattuglia dei Carabinieri intima ad una macchina di fermarsi, ma questa, invece che rispettare lo stop, cerca di investire i due tutori dell'ordine e di darsi alla fuga. Gli agenti dell'ordine evitano l'impatto e uno dei due spara un colpo con l'arma d'ordinanza, nel tentativo di fermare i malviventi a bordo, ma invece ecco che si scatena il caos: forse complice l'autobus che in quel momento stava passando nella carreggiata opposta e che forse ha parzialmente ostruito la visuale del carabiniere, il colpo non raggiunge la macchina in questione e va, invece, a colpire due donne a bordo di uno scooter che stavano transitando in quel momento.
Attimi di panico, urla della gente che sull'autobus non capisce che cosa stia accadendo. I malviventi riescono a fuggire. Le due donne, madre e figlia di 49 e 16 anni, vengono ferite alla spalla e cadono per terra.
L'epilogo
Le due donne sono state trasportate immediatamente all'ospedale San Camillo, sono sotto osservazione, vigili e fuori pericolo. La strada è stata chiusa al traffico per diverse ore per fare gli accertamenti di rito, dopodiché è stata riaperta nella tarda serata, con le chiazze di sangue delle due donne sull'asfalto come unica traccia rimasta dell'accaduto. I due malviventi, successivamente identificati in due giovani nomadi di origine campana, specialisti nelle "truffe dello specchietto" ai danni soprattutto di donne e anziani, sono stati rintracciati la sera stessa in zona Tuscolana, un altro quartiere di Roma e quindi arrestati con l'accusa di tentato omicidio in concorso e resistenza a pubblico ufficiale.
L'Arma dei Carabinieri ha dichiarato che avvierà un'inchiesta per chiarire le responsabilità dell'accaduto. Sicuramente possiamo tirare un sospiro di sollievo, perché questo fatto poteva avere un epilogo ben più nefasto. Però una riflessione dovremmo porcela: le forze dell'ordine dovrebbero essere la nostra sicurezza, mentre, in questo caso, hanno rischiato di mettere in pericolo la nostra incolumità. Non sarebbe opportuno un uso più coscienzioso delle armi d'ordinanza?