Se ne parla da anni, ma finalmente si è arrivati a rilasciare la prima architettura per supportare i pagamenti tramite cellulare. I partner che hanno progettato, realizzato e affinato i diversi aspetti funzionali, tecnologici e giuridici sono due società appartenenti al gruppo Intesa-Sanpaolo (una banca croata e una società specializzata in pagamenti con carte di credito con sedi operative in Slovenia e Croazia) e American Express, il cui marchio supera Enel, Mediaset e Mediaworld nella classifica dei "brand" più influenti in Italia.
L'annuncio è avvenuto lo scorso 30 luglio, con un comunicato congiunto dei tre soggetti giuridici. Il servizio è garantito dall'uso combinato della architettura HCE (host card emulation) e dalla tecnologia NFC (Near Field Communication), presente in ormai settanta modelli di Smartphone presenti oggi sul mercato. L'HCE si occupa di memorizzare i dati della carta di credito sul "cloud" ossia su un sistema fisicamente installato su uno o più server ed eventualmente distribuito su più luoghi geografici.
L'NFC è una tecnologia che si basa su un microchip installato nello smartphone che, posto in prossimità di un apparecchio abilitato, crea una connessione temporanea tra cliente e terminale del venditore.
In questi pochi secondi di vicinanza spaziale, tutte le informazioni della carta viaggiano dal cloud al cellulare e consentono di completare la transazione in modo rapido e protetto. Per i clienti di PBZ sarà quindi sufficiente registrarsi al servizio NFC offerto dalla banca croata e scaricare l'applicazione sul proprio smartphone. L'attivazione della carta avviene tramite un doppio codice di controllo e, completate queste operazioni, i pagamenti potranno avvenire accostando l'apparecchio al terminale di cassa.
È facilmente immaginabile che, come nella carta bancomat, saranno presenti delle soglie entro cui il pagamento avverrà per semplice sfioramento e altre in cui sarà necessario fornire un codice PIN di sicurezza.
Qualcuno obietterà che a quel punto non ci sarà differenza tra bancomat e NFC. In realtà, la gran parte delle transazioni che avvengono col bancomat sono di importo esiguo e quindi la partita della semplificazione tra NFC e carta di debito ha già il suo vincitore incontrastato.
È interessante segnalare che PBZ, una decina d'anni fa, ha già fatto da apripista per il mobile banking in Intesa-Sanpaolo. Le esperienze maturate sulla realtà croata sono state poi diffuse su tutte le banche del maggior gruppo bancario italiano. È facile ipotizzare che lo stesso processo avverrà anche con questo servizio. La diffusione di questa innovativa modalità di pagamento sarà fortemente influenzato dalle politiche commerciali delle banche.
La quota di persone che vedono nella banca un'organizzazione legale per spillare soldi potrebbe richiedersi qualora gli istituti si limitassero a vendere al cliente il solo servizio NFC e di carta di credito, magari nella modalità ricaricabile.
In questo scenario, l'Italia potrebbe finalmente avere una diffusione di pagamenti elettronici paragonabili al resto dell'Europa. La presenza di uno smartphone nelle borsette delle signore o nelle tasche degli uomini è nettamente superiore a quella delle carte elettroniche. La percezione della negatività del cellulare è inoltre bassissima perché di norma è un oggetto che ci permette di comunicare con i propri cari, navigare, fotografare i momenti più belli o più divertenti, leggere la posta o i giornali.
Le frodi legate a un uso poco accorto dello smartphone sono al momento meno conosciute dalla gente rispetto a quelle derivanti dalla clonazione del bancomat o della carta di credito.
Non serve una grande immaginazione per affermare che, una volta rodate le varie componenti, assisteremo a una rivoluzione superiore a quella introdotta dal bancomat oltre quarant'anni fa. Il futuro è presente.