Ogni anno, il 23 aprile è una giornata particolare. Non si festeggia una tradizione antica o una celebrazione religiosa, e non è un giorno che porta il nome di un martire piuttosto famoso: è una festività che appartiene a tutti, senza nessuna distinzione di età, popolo e culto. Potrebbe anche essere religiosa, perché in fondo anche la Bibbia è di fatto un libro e persino il suo nome lo dice (da biblion, che in greco antico significa proprio libro).

Si tratta infatti della Giornata Mondiale per la promozione della lettura e tutti sono chiamati a parteciparvi.

Tante sono le iniziative proposte ogni anno per questo giorno unico, dagli sconti nelle librerie agli omaggi a chi compra un libro, da contest letterari a bookcrossing fino a rassegne di incontri con gli autori. Il social network più importante assieme a Facebook, Twitter, ha già cominciato il conto alla rovescia lanciando una campagna a suon di "cinguettii": #ioleggoperché vuole chiedere a followers e following il motivo per cui si legge, il che può essere abbastanza complicato da spiegare in modo semplice a tutti, con il limite dei famosi 140 caratteri del social.

Ovviamente, appena partita, la campagna ha destato un grandioso successo. Case editrici (Rizzoli, Adelphi e Marcos y Marcos, per esempio) e semplici utenti hanno dato il loro contributo motivando il loro amore per la lettura, spesso grazie alle citazioni dei grandi autori: e fra i messaggeri, come vengono chiamati i promotori della campagna, appaiono anche Annarita Briganti, Linus, Vittorio Brumotti e Lella Costa. È possibile anche iscriversi al sito ufficiale, se si vuole mettervi ancora più impegno, soprattutto per quanto riguarda istituzioni legate ai Libri come biblioteche, librerie, scuole e università: moltissimi sono gli eventi organizzati nelle grandi città, ma anche da organizzare ancora.

Se è vero quanto dice l'Huff Post, ovvero che 6 italiani su 10 non hanno letto un libro in un anno, tocca agli amanti della lettura rimboccarsi le maniche e difendere a spada tratta il proprio amore. La battaglia si svolge su internet, ma il campo si estende anche nella realtà quotidiana, nell'ingresso in una libreria e nel salvataggio di un libro che rischia di finire al macero.

Questo perché il libro è il vero sacrario dell'uomo, il piccolo e immenso tempio della nostra cultura, delle nostre culture. Perché ci porta in luoghi lontanissimi, anche in altre dimensioni, senza bisogno di comprare un biglietto aereo. Perché ci fa riflettere su noi stessi, comprendere la vita, qualche volta risolvere i nostri problemi. Perché la parola ferisce più della spada (Oscar Wilde) e un uomo con la pistola che incontri un uomo con una biro è un uomo morto (Roberto Benigni).