Senza ombra di dubbio, il più grande scrittore mai avuto nella storia della letteratura italiana, seppur magnifica nel suo complesso, è Dante Alighieri. La sua fama è ancora imbattuta, la sua opera ha superato egregiamente la prova del tempo: la Commedia è un'opera epica ai livelli del Paradise Lost di Milton o del Faust di Goethe, un capolavoro che parla di Dio e dell'uomo, dell'età contemporanea all'autore ma anche di quella del lettore, del destino dell'universo e della sua struttura, dalle voragini della Giudecca alla Candida Rosa. È inoltre la base della lingua italiana, dal momento che Dante ha riportato 3/4 delle parole ancora oggi in uso, nonché un vero e proprio progetto scientifico, dove ogni elemento ha significato e funzione particolari: terzine incatenate, tre cantiche divise in trenta-tre canti più uno che funge da prologo, a ogni sesto canto si parla di politica (prima Firenze, poi l'Italia, infine il Mondo), fino alla costruzione dell'aldilà ( la voragine infernale, il monte Purgatorio, la rosa celeste).

Questo per dire che Francesco Fioretti ha accettato la sfida più grande per uno scrittore italiano nel suo La selva oscura: nel grande romanzo dell'Inferno, edito da Rizzoli, egli si propone di riscrivere le celebri terzine dantesche in narrativa odierna, affinché il lettore moderno possa leggere la Commedia come se fosse un romanzo di oggi. D'altro canto, escludendo i pregiudizi che ci vengono imposti durante la scuola dell'obbligo, dove interi mesi sono dedicati alla lettura e allo studio di Dante, la Commedia ha in sé la bellezza e la straordinaria inventiva di un romanzo che supera ogni genere: un fantasy religioso, un po' esoterico, anche horror, sicuramente epico e drammatico, di certo anche psicologico e storico.

Il fine del suo lavoro è avvicinare il lettore di oggi, soprattutto quello che ha avuto maggiori difficoltà, ad uno scrittore senza tempo e a una storia che, iniziata secoli e secoli fa, non è ancora finita. Ma se l'intenzione è del tutto buona e altruista, riceverà sicuramente delle critiche per il tradimento da parte dei puristi: Dante, si è già detto, è il padre della nostra lingua e i suoi versi sono immortali, pertanto una revisione da parte di un contemporaneo potrebbe sembrare blasfemia.

In realtà, Francesco Fioretti, tenendo conto dell'enorme rischio di questa missione, non si è lasciato intimorire dall'aura che, ovviamente, circonda Dante e si è addirittura portato avanti: se infatti l'Inferno è già pubblicato, il Purgatorio è in fase di lavorazione, mentre il Paradiso è in cantiere. Da ricercatore dantesco presso l'Università di Eichstatt, sulla scorta di una sfrenata passione per Dante nata mentre era studente universitario, ha notato che i tedeschi leggono la Commedia in traduzione moderna, mentre i loro colleghi italiani sono costretti a scontrarsi immediatamente con l'originale, che oggi, fra anglicismi e lingua presa dal mondo online, appare davvero ostico. "In missione per conto di Dio", si dice.