Sono scese in campo le potenze internazionali per porre un freno alla lunga scia di sangue tracciata dall'ennesimo conflitto scoppiato sulla Striscia di Gaza, tra Israele e Palestina. L'Onu, nella notte ha riunito il Consiglio di Sicurezza che all'unanimità si è espresso affinché fosse chiesto un "cessate il fuoco" sul territorio di Gaza con effetto immediato. I 15 Paesi membri del Consiglio di Sicurezza, dopo una riunione di emergenza fissata a New York, hanno sottolineato come i due Paesi in guerra debbano rinunciare alle armi soprattutto durante la festa di chiusura del Ramadan, il cosiddetto "Eid al Fitr".
Inoltre, l'Onu ha chiesto che ci sia pieno rispetto per il diritto umanitario internazionale, sia per consentire di mettere al sicuro la popolazione civile devastata da bombardamenti e distruzioni, sia per garantire una tregua duratura che tenga conto della proposta di pace prospettata dall'Egitto. Nel corso della giornata, prima della riunione del Consiglio di Sicurezza, era già sceso in campo Barack Obama, il quale aveva parlato al telefono con Benjamin Netanyahu, primo ministro d'Israele, sottolineando, con decisione, come in questo momento la tregua sia diventata un "imperativo" e affermando che lo Stato israeliano dovrà provvedere a richiamare i militari dalla Striscia di Gaza.
Inoltre, il presidente degli Stati Uniti ha garantito al leader israeliano che, una volta raggiunta la pace, le forze diplomatiche si impegneranno per garantire la smilitarizzazione della Striscia di Gaza e il disarmo dei terroristi, in modo tale da ottenere una pace duratura fra i due Paesi.
Durante la notte, dopo gli interventi di Obama e dell'Onu, effettivamente non ci sono stati scontri lungo il territorio di guerra. Alcuni membri dei servizi di sicurezza della Palestina hanno riferito che si sarebbero uditi soltanto alcuni spari di carri armati nel sud della Striscia di Gaza, mentre da Israele hanno fatto sapere che da Hamas non sono partiti razzi contro di loro e che gli aerei israeliani non hanno effettuato alcun tipo di bombardamento.
Tuttavia - e non poteva essere altrimenti - la tensione è ancora altissima e dalla Palestina hanno fatto sapere che Israele sarà ritenuto responsabile per qualsiasi eventuale blitz effettuato durante i festeggiamenti per la fine del Ramadan.