Sarebbe anche una buona notizia, ma purtroppo al momento è inattuabile.I cadaveri sarebbero utilissimi alle università, per le esercitazioni e la ricerca, e sono tanti i cittadini che lasciano come volontà il desiderio di donare il proprio corpo alla scienza, ma manca una legge per farlo.E' una battaglia di autodeterminazione, ma anche di costi, quella che Giovanni Zummo, docente di Anatomia umana al Policlinico di Palermo, vuole portare all'attenzione: vengono acquistati negli atenei manichini costosissimi per le esercitazioni, ed anche corpi di defunti dall'estero.

E di proposte di legge in tal senso ce ne sono decine a prender polvere nei cassetti delle aule parlamentari. In una politica dove tutti si professano liberali quando si tratta - un esempio a caso - di aggredire i diritti dei lavoratori, ma poi si riscoprono conservatori (se non addirittura reazionari) quando si toccano le libertà delle persone e la loro autodeterminazione. Delle riforme sociali a costo zero, come potrebbero essere il "divorzio istantaneo", il "testamento biologico" o le "unioni civili". Solo che poi si rischia di scontentare un prete o un cardinale.

E in Italia, si sa, ha più peso baciare qualche pantofola o farsi il segno della croce che mobilitare milioni di cittadini in piazza per una manifestazione.

E' anche la strada più facile per avere consenso, e una classe politica facilona ed improvvisata come la nostra non aspetta che un bel carro del vincitore su cui saltare.

Poi magari per qualcuno è anche una scappatoia alla crisi, per chi non può affrontare le spese di funerale e sepoltura (aspetto solo che comincino a trovare corpi abbandonati perché - diranno i TG - "le famiglie non avevano i soldi per provvedere alle cerimonie funebri", forse allora si potrà avviare un confronto serio su questo tema).E io, che ho già detto di non volere funerale né tomba, ne faccio anche una questione di laicità: chi vuole ricordarmi lo può fare ovunque, non ha bisogno di versare lacrime su una stele di pietra.