Sto sentendo tante cose sui terribili attentati degli ultimi tempi, e oggi ascoltando una riflessione in radio ho capito una cosa, che per voi sarà come scoprire l'acqua calda, ma per uno come me, anche ricordarsi che l'acqua calda esiste non è una cosa banale! Mi sono chiesto come mai dopo l'11 settembre si sono visti attentati in Spagna, Inghilterra, Francia, Germania e non in Italia.
Ora, qualcuno potrebbe toccarsi e farebbe bene, anch'io sto facendo gli scongiuri sotto il tavolo, ma la riflessione è questa: gli attentatori non sono africani arrivati da poco, sono francesi, inglesi, tedeschi a tutti gli effetti, persone trapiantate in quelle nazioni. Noi abbiamo un'immigrazione giovane, l'immigrazione di seconda generazione passa nelle nostre scuole e non in famiglie che vivono qui da decenni.
Perché allora un islamico deve compiere un atto così? Forse perché non ha trovato posto in quella società, forse perché per quella società è solo uno sfigato, forse perché non ha trovato il suo posto nel mondo o non gli è stato offerto?
Forse perché l'Islam quel posto glielo ha offerto, gli dice che può diventare non uno sfigato ma un eroe, forse perché quell'islam malato gli ha inculcato nella testa che si diventa eroi così. Ma il problema non può essere solo dell'Islam che lava i cervelli altrimenti abbiamo perso in partenza, il problema è anche di una società che lascia quei cervelli e quei cuori vuoti di altro. Questo per dire che, un attentato in Italia come in mille altre parti del mondo è forse, purtroppo, solo questione di tempo.
ORA
Nella misura in cui non ci mettiamo in testa ORA, OGGI, ADESSO che la questione dell'integrazione passa da noi, che l'accoglienza non può essere fatta con centri di fortuna allestiti all'ultimo minuto da cooperative in mano a Mafia-capitale, l'accoglienza passa da noi, dalla nostra sensibilità, dal nostro metterci in gioco dentro a una società che sta cambiando e sempre più cambierà.
Mettiamocelo in testa, volenti o nolenti viviamo e vivremo sempre più in un mondo globalizzato, multiculturale, multireligioso, destinato per forza al meticciato, salvo che non siamo disposti a guerre in difesa della nostra identità. Ma dove è scritto che la nostra identità non debba o non possa cambiare, in uno scambio che diventi proficuo e non sanguinoso, che diventi risorsa e non ostacolo.
Nell'ultimo anno sono arrivati in Italia tanti di quegli stranieri che neanche ce lo immaginiamo! Tanto la maggior parte di quelli arrivati nel 2017 stanno nei centri. Chi li vede? Chi li tocca? Non rischia questo di scatenare problemi di ghettizzazione? A meno che non ci rubino un portafoglio, noi degli stranieri ce ne accorgiamo il giusto, forse di qualche scuretto che gioca con nostro figlio, ma poco di più.
Ma se non prendiamo in mano la questione ora, tra qualche decennio i nostri figli vivranno di Banlieue e attentati, dobbiamo porci oggi il problema di cosa significhi accogliere e integrare davvero, per non creare menti che trovino in altre menti malate il loro motivo per vivere. Ok, mi sono fatto un po' prendere dallo spirito giornalistico, adesso mi rimetto il naso rosso da pagliaccio, promesso, ma nell'ultimo periodo sento che questa è una questione che ci riguarda tutti e certe riflessioni vanno avviate adesso. Avverto come non mai e non solo su questo tema, che il nostro domani è nelle nostre mani, ORA!