La tensione è alta in tutto il mondo, la Svezia e l'egitto sono stati gli ultimi paesi colpiti da un terrorismo sempre più globale, sempre più marchiato Isis. E non interessa il mezzo utilizzato, un'autobomba, un tir, o dei kamikaze di tutte le età e di entrambi i sessi, l'importante è colpire. Secondo l'ultima Risk map presentata da Aon, importante gruppo italiano che si occupa della valutazione del rischio e delle risorse umane all'interno del campo assicurativo e riassicurativo, il cosiddetto populismo e lo stesso terrorismo apporterebbero un contributo importantissimo all'aumento di tali rischi.
Tanto è vero, che nell'ultima mappa tracciata evidenzia una netta crescita degli episodi di violenza e di attacchi rispetto a qualche anno fa, 4.151 contro i 3.633 registrati nel 2015. Ma il dato più significativo riguarda l'escalation di attacchi compiuti in Occidente, +174%.
Guerra aperta alle risorse energetiche
Nell'analisi della Risk map che Aon ha pubblicato in collaborazione con Roubini Global Economics e The Risk Advisory Group si denota come i bersagli prediletti degli ultimi anni siano state le compagnie petrolifere e del gas, le quali hanno subito il 41% degli attacchi terroristici a livello mondiale. E oltre ai paesi più colpiti come la Nigeria e la Colombia, quelli più vulnerabili al calo di tali produzioni sarebbero gli Stati Uniti, l'Arabia Saudita, la Russia, l'Iran e il Venezuela.
Non solo attacchi contro la produzione dunque, ma a quanto pare, anche per il controllo dei prezzi delle risorse energetiche.
I paesi maggiormente a rischio
Secondo l'accurata interpretazione di Aon, sono 19 i paesi in cui i rischi politici e la conseguente instabilità sarebbero aumentati. Questi territori sono stati collocati all'interno di tre “cinture” a rischio molto elevato che si estendo dall'Africa all'Oceano Atlantico, passando dal Mediterraneo.
La zona del Mediterraneo Orientale, e l'Asia meridionale. L'intero continente africano quindi, sarebbe esposto ad alto rischio di attentati, stessa sorte per la Turchia, il Regno Unito, l'Irlanda del Nord. A un livello medio si collocano gli Stati Uniti, l'Italia meridionale e la Città del Vaticano, più volte minacciata dall'Isis.
Mentre a un basso rischio attentati sarebbero soggetti gli altri paesi europei e il centro-nord d'Italia. La situazione mondiale relativa al terrorismo è peggiorata negli ultimi anni, tanto che un paese come l'Egitto - colpito ieri da un attentato contro i cristiani copti - fino a dieci anni fa era una gettonatissima meta turistica, mentre oggi è considerato "zona calda".