Com'è abbastanza noto, tra lo stato d'Israele e la Repubblica islamica dell'Iran non vi sono buone relazioni e più volte i contrasti tra i due Paesi hanno rischiato di sfociare in una guerra. Su ciò, c'è da dire che lo stato ebraico considera una forte minaccia l'Iran e il suo progetto di costruzione della bomba atomica, che potrebbe essere utilizzata proprio contro Israele.
Dall'altra parte, le stesse autorità dell'Iran considerano lo stato ebraico come un forte nemico militare e geopolitico e, inoltre, è alquanto risaputo che l'Iran sostenga e finanzia diversi movimenti impegnati nella lotta antiisraeliana, dall'organizzazione libanese di matrice sciita Hezbollah alla Jihad palestinese sino all'organizzazione islamista sunnita Hamas.
Siria, il premier israeliano a Putin: 'Fermeremo l'espansione iraniana in Siria'
Stando a quanto riportato in un articolo pubblicato sul sito web di Rai News, recentemente il presidente israeliano Benjamin Nethanyahu ha denunciato la sempre più forte avanzata iraniana nella Siria.
Più specificatamente, il presidente dello stato ebraico si è rivolto telefonicamente a quello russo Vladimir Putin e ha dichiarato che Israele non permetterà lo stesso radicamento iraniano nella nazione mediorientale. Durante la stessa telefonata, lo stesso presidente della Federazione Russa ha esortato Nethanyahu a non compiere altre azioni che possano destabilizzare la Siria.
Lo scontro geopolitico tra lo stato ebraico e l'Iran
In linea di massima la 'guerra fredda' tra Iran ed Israele viene spesso spiegata parlando delle motivazioni culturali e religiose che vi stanno dietro, tenendo conto del fatto che Israele è uno stato 'culturalmente ebraico' e l'Iran uno 'stato teocratico' fondato sull'Islam politico di matrice sciita.
Ma, oltre a queste motivazioni, vi è decisamente un importante aspetto geopolitico che spiega la continua radicalizzazione delle tensioni tra i due Paesi. Difatti, la stessa Repubblica islamica iraniana vorrebbe espandere la sua presenza in Siria e in tal modo arrivare ad 'accerchiare' Israele e dall'altra lo stato ebraico vorrebbe un 'regime change' che porti alla fine del khoeminismo in Iran.
In tutto ciò, è fondamentale anche il ruolo della sunnita Arabia Saudita, nazione che è sempre stata ostile sia verso Israele che verso l'Iran ma che ultimamente si sta avvicinando proprio allo stato ebraico per motivazioni geopolitiche e militari.