In attesa dei risultati della seconda tornata di consultazioni al Colle per la formazione del nuovo governo, dopo la fumata nera di una settimana fa, continua il dibattito sui possibili scenari che si potrebbero aprire.

Il Centrodestra (apparentemente) unito

A parlare è ancora una volte il leader del Carroccio Matteo salvini, che per la prima volta oggi ha ipotizzato un governo di centrodestra senza alleanze. Salvini ha definito quest'ipotesi un'estrema ratio: "Siamo aperti al dialogo con tutti ad eccezione del Pd, se nessuno vuole dialogare e impone veti abbiamo due possibili strade: o si torna al voto o governiamo noi".

Il messaggio è più che mai chiaro, ai 5 Stelle si dice "basta veti" e agli alleati di Forza Italia si dice "Mai con il Partito Democratico".

Della stessa idea la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che ha evidenziato, ancora una volta, che il governo spetta farlo a chi ha vinto quindi il centrodestra unito. Un ulteriore segnale di forza arriverà dalla salita al Colle di una delegazione unica che dovrebbe essere composta da berlusconi, Salvini e Meloni, nulla si sa ancora se con loro ci saranno o meno i rispettivi capigruppo di Camera e Senato.

Il Movimento 5 stelle continua con i veti (da primo partito)

Il Movimento continua a puntare sul contratto "alla tedesca", un accordo con Lega o Pd sui punti programmatici in comune e fondamentali per portare avanti il paese.

Il leader politico Di Maio ha detto: "Non si va al governo a tutti i costi pur di non tornare a casa ma si va al governo per andare avanti". I 5 Stelle difficilmente la spunteranno finché continueranno ad imporre come unico nome spendibile quello di Luigi di Maio.

Il Pd sta a guardare ma è pronto a gettarsi nella mischia

Per il Pd parla l'ex ministro Dario Franceschini, che apre in parte al dialogo con il 5stelle chiedendo però che la Lega stia fuori dai giochi e che non si parli esclusivamente di un governo 5 Stelle.

Si avvicina intanto l'assemblea del 21 aprile che potrebbe prolungare il periodo di reggenza di Martina oppure convocare subito un congresso.

La possibile svolta?

Sarebbe dunque il momento che ognuno facesse un mezzo passo indietro per far fare un mezzo passo avanti al paese: il primo (e più grosso) dovrebbe farlo il Movimento 5 Stelle aprendo a Berlusconi e a Meloni e indicando un nome condiviso anche con loro e con la Lega. Questo potrebbe essere il passaggio più semplice per arrivare a dare in tempi brevi un governo apparentemente stabile al paese.