I farmaci biosimilari sono equivalenti alle medicine biologiche ‘griffate’ ma, al pari dei generici, costano molto meno degli originali. Il riconoscimento viene direttamente dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, e costituisce una vera e propria rivoluzione del campo dei farmaci biologici che consentirà l’accesso alle cure ad almeno 200 pazienti affetti da gravi malattie, come tumori e malattie autoimmuni, attualmente esclusi dalle terapie a causa dall’alto costo delle terapie.
Potrebbe ammonterebbe, invece, a circa 2 miliardi di euro il risparmio per le casse del Servizio Sanitario Nazionale.
Farmaci biosimilari: 200 mila pazienti potranno essere curati
I farmaci biologici sono medicine contenenti principi attivi di derivazione biologica, cioè provenienti da organismi viventi, e non da procedimenti chimici come i farmaci tradizionali, nelle cui cellule è stato inserito un gene che stimola la produzione di una proteina costituente il principio attivo del farmaco stesso. Il farmaco biosimilare è una versione ‘alternativa’ di un farmaco biologico già autorizzato per uso clinico ma ha un costo notevolmente inferiore.
Con il riconoscimento della sua efficacia l’Aifa punta all’abbattimento dei prezzi proprio grazie alla concorrenza tra i farmaci biologici ed i biosimilari che possono puntare ad una maggiore diffusione grazie anche alla prossima scadenza di molti biologici. Una speranza di cura anche per oltre 200 mila pazienti, secondo lo studio elaborato da Ernst&Young che è alla base della decisione dell’Aifa. Secondo questo studio, infatti, molti malati affetti da patologie come artrite reumatoide, tumori del sangue, psoriasi ed altre per la cui cura sarebbe indicato proprio l’uso di farmaci biologici, rinunciano alle terapie più efficaci a causa dell’elevato costo che, spesso, anche le Regioni faticano a sostenere.
Un esempio del risparmio che si andrebbe a realizzare è quello del farmaco contro le malattie autoimmuni Etanercept che, nella sua versione originale costa 921 euro a confezione, mentre nella versione biosimilare costa ‘solo’ 629 euro.
La preoccupazione delle industrie farmaceutiche sui farmaci biosimilari
Non sono comunque mancati commenti preoccupati alla notizia del riconoscimento dell’equivalenza tra farmaco biologico e farmaco bioequivalente. La voce in questione è quella di Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, che vede messo in pericolo il business delle aziende farmaceutiche produttrici dei farmaci ‘griffati’. Si vede, infatti, nella interscambiabilità dei farmaci il rischio di una decisione dettata esclusivamente da criteri economici.
Una preoccupazione respinta dal presidente dell’Aifa che evidenzia come, proprio riconoscendo pari efficacia e sicurezza ma non l’uguaglianza tra i farmaci (impossibile proprio per le diverse modalità di produzione), lascia ai medici l’ultima parola sulla prescrivibilità.