L'Alfa, L'Agenzia Italiana del farmaco, con una decisione che può definirsi storica, ha cambiato il proprio orientamento verso i farmaci, cosiddetti, biosimilari. La decisione è di estrema importanza dato che avrà effetti positivi sia dal punto di vista dell'accesso alle cure mediche per una platea molto più ampia di soggetti che, fino ad oggi, non potevano fare ricorso ai medicinali biologici per il loro costo, a volte proibitivo. Ma anche per I considerevoli risparmi che garantirà al Servizio Sanitario Nazionale. Vediamo perché si può fare questa affermazione, ma prima descriviamo meglio cosa sono i biosimilari.

Di cosa si tratta

Come si può dedurre dalla loro denominazione, i farmaci biosimilari sono farmaci biologici paragonabili ai tradizionali farmaci generici. Con la differenza che i biosimilari vengono posti in commercio solo nel momento in cui Il farmaco biologico originale non gode più della tutela del brevetto, in quanto quest'ultimo è scaduto.

Inoltre, questa particolare categoria di farmaci, essendo destinati alla cura e al trattamento di patologie estremamente serie e delicate come tumori e malattie reumatiche, in molti casi comportano un elevata spesa per i pazienti, ma anche costosi per le aziende farmaceutiche che li devono produrre. D'altra parte, i farmaci biosimilari non sono identici in tutto e per tutto agli originali, ma, piuttosto, molto simili.

Comunque, mantengono un'efficacia molto simile agli originali.

Le conseguenze della decisione Aifa

La prima conseguenza di questa storica decisione dell'Agenzia italiana del farmaco, molto probabilmente, sarà quella di mettere la parola fine alla lunga battaglia, anche legale, che ha visto contrapposte le aziende farmaceutiche che hanno sempre cercato di non far sostituire i farmaci biologici originali e i consumatori, le loro associazioni e le autorità statali e regionali che, invece, puntavano ad una rapida approvazione.

Battaglia aspra tanto che negli ultimi 10 anni solo 9 biosimilari sono stati commercializzati in Italia.

Anche se l'Alfa ha aperto all'utilizzo di questa particolare categoria di farmaci, come spiega a Repubblica.it Mario Melazzini, Direttore dell'Alfa, la decisione su quale farmaco utilizzare e prescrivere spetta, in ultima analisi, al medico curante.

Anche se, quest'ultimo, continua Melazzini, deve sempre badare a fare un utilizzo equilibrato delle risorse, anche economiche, messe a disposizione dal SSN.

Melazzini, poi, delinea in maniera precisa i possibili risparmi per il SSN. Infatti, spiega, che i biosimilari hanno, già di per sé, un costo del 25 - 30% rispetto ai biologici originali. E solo questo, in termini assoluti, vuol dire un risparmio di circa 400 milioni di euro l'anno. Ma con il meccanismo delle gare al ribasso, spiega, il costo potrebbe essere abbattuto anche del 70%. Nel position paper presentato oggi, l'Alfa sostiene la piena intercambiabilità tra biosimilari e originali. Ora la palla passa alle aziende farmaceutiche che dovranno decidere se continuare ad opporsi o adeguarsi al cambiamento. Ma, da oggi, la prima opzione è più difficoltosa.