Inter-Napoli del 26 dicembre non passerà alla storia, purtroppo, per l'incredibile traversa colpita da Mauro Icardi a pochi secondi dal fischio d'inizio del match, o per i clamorosi salvataggi sulla linea di Koulibaly e Asamoah, e nemmeno per il goal di Lautaro Martinez a pochi minuti dalla fine che ha consentito alla formazione milanese di battere la squadra partenopea.

Questa sfida, infatti, verrà tristemente ricordata per i beceri cori razzisti che dagli spalti di San Siro sono piovuti su Koulibaly e per la morte di un tifoso nerazzurro, Daniele Belardinelli, che ha perso la vita a 39 anni dopo essere stato investito da un Suv nei pressi del Meazza dove ci sono stati dei violenti tafferugli tra ultrà.

Il giudice sportivo ha utilizzato il pugno duro nei confronti dell'Inter, sanzionando il club con due gare a porte chiuse ed una terza con il settore "secondo anello verde" senza pubblico.

Su questa deplorevole vicenda è intervenuto Massimo Moratti, ex presidente dell'Inter nonché colui che ha regalato al popolo nerazzurro la gioia del Triplete conquistato nel 2010. L'imprenditore ha rilasciato un'intervista al "Corriere della Sera" nella quale, da uomo di calcio quale è sempre stato, non ha potuto evitare di nascondere il proprio sconforto nel ritrovarsi a commentare per l'ennesima volta quelli che ha definito "fenomeni odiosi" come il razzismo, la violenza e addirittura la morte di un tifoso.

Moratti: 'Bisogna dimostrare ai violenti, ai razzisti, il loro isolamento'

L'ex patron nerazzurro ha innanzitutto applaudito il comunicato ufficiale dell'Inter, nel quale il club si è schierato apertamente contro ogni forma di discriminazione, ricordando che la società, fin dal momento della sua fondazione, ha sempre rappresentato un simbolo di "integrazione, accoglienza e futuro". Secondo Moratti con questa nota la proprietà cinese ha giustamente ribadito i valori e i principi fondanti della squadra nella sua lunga storia.

Entrando nel merito della questione, l'imprenditore 73enne ha affermato che la sospensione delle partite in cui si odono cori razzisti provenire dagli spalti può essere un segnale importante anche se, a suo parere, è fondamentale "non lasciare sola la vittima", facendo in modo che chi deve sopportare queste offese non si senta abbandonato.

Inoltre, per il presidente del Triplete ci sono eccome i mezzi per contrastare la piaga del razzismo e della violenza, aggiungendo che è fondamentale isolare i soggetti che si macchiano di queste azioni scellerate. E sull'atteggiamento che gli arbitri dovrebbero tenere in campo quando si verificano queste situazioni, Moratti è stato piuttosto deciso nell'affermare che i direttori di gara dovrebbero dimostrare un pizzico di coraggio in più.

Negli anni in cui è stato alla presidenza dell'Inter, Massimo Moratti ha assistito ad un episodio analogo a quello che ha visto coinvolto - suo malgrado - Koulibaly durante la sfida del 26 dicembre. L'ex patron del club milanese ha ricordato che, al suo primo anno da massimo dirigente nerazzurro, durante un match con la Cremonese, il centrocampista britannico Paul Ince venne colpito da un pugno e cadde a terra.

In quell'occasione, quando il giocatore si riprese, "l'arbitro sbagliò tutto", poiché sanzionò con il cartellino giallo proprio il mediano inglese verso il quale partirono anche una serie di cori razzisti dallo stadio di Cremona. Allo stesso tempo, però, l'imprenditore ha anche sottolineato come, qualche tempo dopo, proprio la città lombarda si rese protagonista di un bel gesto nei confronti di Ince, premiato prontamente dal sindaco e dal Comune di Cremona. E proprio in relazione a questo episodio ha aggiunto che ha apprezzato il recente intervento di Sala, primo cittadino di Milano.

Infine, dalle pagine del "Corriere della Sera", Massimo Moratti ha lanciato una sorta di appello al governo, auspicando che, al di là degli annosi problemi che affliggono il Paese, si decida di intervenire con decisione per porre un freno a questi episodi di violenza e discriminazione.