La libreria storica “Domus”, sita in via Montesanto a Cosenza, ha dato il via, lo scorso venerdì 2 febbraio 2018, alla liquidazione totale degli articoli.

Nel 2014 era già stata chiusa la sede della medesima libreria sita in via Luigi Fera ma, pur mostrando tristezza, i Calderaro, antichi librai cosentini, erano decisi a portare avanti un solo locale, promuovendolo con una serie di incontri con autori, buona musica e gastronomia.

Purtroppo la crisi che sta travolgendo il mondo della carta stampata, non ha consentito alla Domus di continuare nel proprio percorso storico.

I titolari e i dipendenti non rilasciano interviste e congedano i numerosi giornalisti “a caccia di notizie” con riserbo e tristezza “Non abbiamo niente da dire e non siamo nello stato d’animo di parlare”.

Tra gli scaffali, libri di ogni genere e tipologia, una piccola e fornitissima biblioteca assaltata dagli appassionati che, in questi giorni, approfittano degli sconti applicati fino a fine merce.

Camminando attraverso i corridoi della vasta sala che consta di due piani, si percepisce tristezza, molti testi sono ricoperti di polvere in ripiani quasi vuoti, altri messi in disordine dagli acquirenti, magari entrati solo adesso nella struttura, alla ricerca di occasioni.

Così un altro luogo di cultura cosentino muore, sicuramente le tecnologie e internet hanno contribuito al declino del cartaceo e dei punti vendita locali ma è solo questo la causa della crisi?

Già l’estate scorsa la città calabrese ha dovuto battersi contro la minaccia di chiusura della Biblioteca Civica ma anche la Biblioteca Nazionale non gode di una rosea situazione; i libri non sono adeguatamente conservati, le temperature d’estate sono insostenibili per il personale e per i testi e infine alcune copie sono maldestramente “rattoppate” con nastro adesivo.

Cosenza si avvia verso la modernizzazione o il regresso?

I monumenti artistici moderni sparsi per le strade cittadine, sono sicuramente un patrimonio culturale ma si dovrebbe prestare più attenzione anche alla tutela dei testi antichi e invogliare ogni singolo civile alla lettura e alla crescita interpersonale mediante la cultura.

I libri ci consentono di conoscere il pensiero dei grandi del passato poiché è proprio sulla base delle antiche scoperte che costruiamo il presente e il futuro.

Tecnologia e mala amministrazione di beni culturali ci stanno disilludendo sul valore del sapere e degli studi umanistici, le librerie chiudono, le biblioteche ed i musei non sempre sono tutelati a dovere, i giovani studenti sono orientati verso tecnologia e informatica, mentre quelli che hanno scelto indirizzi letterari sono a spasso.

Sono soprattutto questi ultimi che, in una città del meridione dove è tutto incentrato sull’apparenza e la mentalità, nonostante gli sforzi, resta in certi versi “paesana”, non hanno prospettive future e sono per necessità costretti a lavorare dove non possono sfruttare a pieno le proprie capacità.

A Cosenza, l’utilità e la necessità sopperiscono dinnanzi alla creazione di un “paese dei balocchi” con giochi, spettacoli e tanto fumo senza arrosto, in un panorama di luci ed ombre, dove non tutto è come sembra.

La gente non ha lavoro, le attività chiudono, la povertà è all’ordine del giorno e i politici costruiscono un ponte immenso a forma d’arpa dedicato al patrono della Calabria, S. Francesco di Paola (che non risulta tra l’altro avere tra i suoi attributi arpe!) con i fondi destinati alla costruzione di case popolari per la gente meno fortunata.

Si nascondono dietro il nome di un santo gesti non propriamente corretti. Adesso i cosentini saranno sicuramente contenti di avere un ponte che collega il niente al nulla.