Dopo quasi trent'anni d'indagini, la procura di Ivrea ha concluso le indagini sulle morti d'amianto all'Olivetti, notificando l'iscrizione nel registro degli indagati a 39 persone, tra cui Carlo De Benedetti, Roberto Colaninno e Corrado Passera. I pubblici ministeri Gabriella Viglione e Lorenzo Boscagli, hanno portato a conclusione l'inchiesta sulla morte per mesotelioma pleurico di una quindicina di persone tra il 2008 e l'inizio di quest'anno, tutti ex dipendenti della Olivetti che avevano lavorato in diversi stabilimenti dell'azienda.

LE CONCLUSIONI DELLA PROCURA

Secondo le conclusioni cui sono giunti gli inquirenti, negli stabilimenti della Olivetti di Ivrea e del Canavese, i dipendenti lavoravano a contatto con sostanze nocive in situazioni "che potevano e dovevano essere conosciute, e che avrebbero dovuto determinare un impiego di spesa e risorse per far fronte al pericolo amianto". In particolare, vengono contestate a tutti gli ex amministratori della Olivetti la insufficiente manutenzione degli edifici, l'assenza dei dispositivi di protezione individuali e la mancata informazione ai lavoratori. Il coinvolgimento degli indagati eccellenti è conseguente alla posizione ricoperta nel tempo nell'azienda eporediense:

  • Carlo De Benedetti, amministratore delegato e presidente tra il 1978 e il 1996;
  • Franco De Benedetti, fratello di Carlo, amministratore delegato tra il 1978 e il 1989, vicepresidente dal 1989 al 1995;
  • Rodolfo De Benedetti, consigliere di amministrazione dal 1990 al 1997;
  • Corrado Passera, consigliere di amministrazione dal 1990 al 1996 e amministratore delegato dal 1992 al 1996;
  • Roberto Colaninno, amministratore delegato dopo il 1996.

A tutti gli indagati viene contestato il reato di omicidio colposo, tranne che a Colaninno per il quale il capo d'imputazione è di lesioni colpose in virtù del breve periodo in cui ha rivestito la carica di amministratore.

LA REAZIONE DI DE BENEDETTI

L'ingegner De Benedetti ha commentato la notizia ribadendo "la propria totale estraneità ai fatti contestati" in fiduciosa attesa delle prossime fasi del procedimento. Procedimento che non potrà non tenere conto della recente sentenza della Corte d'appello di Torino sul caso della morte di Lucia Delaurenti, un'ex operaia della Olivetti deceduta, prima di una lunga serie, a causa delle polveri di amianto respirate tra il 1972 e il 1976. I giudici torinesi hanno condannato Ottorino Beltrame, l'allora amministratore delegato dell'epoca, a sei mesi di reclusione per "omissione cosciente di ogni cautela". Un precedente che, al di là delle dichiarazioni, non fa dormire sonni tranquilli ai 39 indagati di oggi.