Ci troviamo a Padova, in Veneto, dove una pattuglia dei carabinieri di Prato della Valle ha fermato e multato due giovani studenti che girovagavano per la città in sella ad un motorino, senza patente e senza le dovute precauzioni che servono solitamente per evitare l'incorrere di incidenti stradali. I due ragazzi hanno tranquillamente ammesso di essere usciti per andare "a caccia di Pokemon".
Si tratta dunque di uno dei primi provvedimenti presi nella penisola italiana dopo che a Washington l'ormai famoso e diffuso gioco è stato vietato all'interno del cimitero e del museo più importante del luogo. Si tratta sicuramente di un gioco che è stato atteso per anni e che ha sconvolto la normalità forse troppo monotona dei nostri giorni, ma di certo non può essere utilizzato in maniera tale da arrecare danno al prossimo, soprattutto se si è alla guida di un qualsiasi veicolo, motorizzato e non.
La multa e la versione dei giovani
La prima multa staccata nella cittadina di Padova va dunque a Marcello ed Arturo, orgogliosi allenatori e cacciatori di Pokemon e studenti universitari che non temono certo il parere altrui.
I due ragazzi si trovavano in giro già dalle cinque del mattino per cacciare i famosissimi animaletti del mondo Pokemon, fino a quando una pattuglia dei carabinieri non li ha notati, in sella ad un cinquantino ed entrambi con il cellulare alla mano. I giovani, entrambi privi di documenti di riconoscimento, se la sono cavata con una multa di 210 euro, nonostante la loro sincera ammissione: 'Ho dimenticato i documenti a casa perché mi sono alzato presto per andare a caccia di Pokemon'.
I militari hanno dunque messo tutto a verbale, nero su bianco: 'Ci siamo alzati presto per andare alla ricerca dei Pokemon proprio perché a quell'ora ci sono meno giocatori collegati ed abbiamo avuto la possibilità di conquistare qualche palestra in girò per la città'.
Questo è stato quanto hanno affermato i due studenti al momento del fermo. 'Ci siamo messi in moto con la libertà di muoverci alla velocità media di 10-15 chilometri orari, proprio perché in quel momento le strade non erano affollate e la possibilità di pericoli era minima, ma ci siamo fatti prendere la mano fino alle otto del mattino, quando i carabinieri non ci hanno fermato.' La sincerità è stata apprezzata, ma la simpatia dei due ragazzi non ha evitato ai militari di staccare e consegnare loro quella sanzione che dovrebbero ben tenere a mente ogni volta che usciranno di casa per "andare a caccia di Pokemon".