Nell'ultimo anno, anche in Italia, sono aumentati i casi di persone che dicono di aver avvistato degli alieni. Un fenomeno che si estende ben oltre i nostri confini nazionali e che ha attirato l'attenzione anche di un gruppo di zoologi dell'università di Oxford. Questo gruppo di tre ricercatori, capitanato da Sam Levin e con la collaborazione della famosa illustratrice Helen Cooper, ha deciso di usare la teoria dell'evoluzione di darwin per provare a immaginare la struttura fisica di un alieno.
Il lavoro, pubblicato sull'International Journal of Astrobiology, è nato dall'idea di capire quanto gli alieni possano assomigliare agli esseri umani, immaginando il loro percorso di sviluppo come quello che conosciamo sulla Terra.
Come sono fatti gli alieni?
Il presupposto dal quale si è partito è stato quello che gli alieni, pur vivendo su altri pianeti, possano sottostare allo stesso meccanismo di selezione naturale che ha vissuto l'uomo. E' stata seguita la teoria di Darwin, ed è stata ipotizzata quindi una sorta di evoluzione anche nella specie aliena. Questo gruppo di zoologi sostiene che la complessità biologica possa svilupparsi anche nello spazio e che quindi anche questi organismi alieni possano aver vissuto una sorta di evoluzione.
L'organismo alieno sarebbe quindi composto, così come quello umano, da una gerarchia di entità che devono cooperare tra l'altro per far sì che l'organismo possa funzionare senza problemi. Sam Levin dice che non si può ancora affermare con certezza che gli alieni nella loro struttura fisica siano uguali agli esseri umani ma, seguendo la teoria delle transizioni principali e quindi dell'evoluzione, è molto probabile che il loro aspetto sia molto simile al nostro.
Lo studio italiano
Non solo gli studiosi di Oxford, ma anche quelli italiani hanno elaborato una propria teoria sulla struttura fisica aliena. Il lavoro è stato svolto dall'Osservatorio astronomico Inaf di Bologna che ha anche lanciato un laboratorio "Identikit dell'alieno".
Questa iniziativa ha permesso a tanti ragazzi e ragazze di avvicinarsi a questa tematica, attraverso una serie di giochi che avevano come scopo quello di capire come questi giovani si figurano gli alieni. Sandro Bardelli, uno degli autori di questa iniziativa e di questi studi, segue la linea lanciata dall'università di Oxford. Anche lui infatti sostiene che ci sono degli aspetti comuni tra gli alieni e gli umani, anche se allo stesso tempo ci sono da considerare le caratteristiche del pianeta dove vivono. Bardelli si immagina gli alieni bassi, tozzi e con ossa corte e robuste, una struttura fisica delineata dall'alta gravità del pianeta.