Il Decreto Sud è stato convertito il Legge dopo l’approvazione definitiva del primo agosto presso la Camera dei Deputati. La serie di incentivi, bonus e agevolazioni di cui consta la Legge, nascono nell’idea di abbattere le disparità tra zone geografiche dello stivale, cioè tra nord e sud, comprese le zone colpite dagli ultimi eventi sismici. Tra le varie misure, una che ha destato l’interesse dell’opinione pubblica anche durante l’iter approvativo del decreto è sicuramente quella chiamata “Resto al Sud”.
Come dice il nome, si tratta di una misura che ha come obiettivo il combattere l’emigrazione diffusa in particolari e svantaggiate aree dello stivale. Ma cos’è questa misura, a chi si rivolge e cosa offre?
Giovani fino a 35 anni
Secondo le statistiche, le aree del mezzogiorno sono quelle più colpite dalla crisi. Il trend statistico dimostra come la differenza non sia solo relativa al Pil, ma anche al tasso di disoccupazione o di emigrazione, nettamente superiore in queste aree svantaggiate. Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia, anche ipotizzando una crescita che potrebbe portare a superare la crisi, secondo le indagini Svimez, rischiano di perdere 10 anni rispetto al resto della penisola.
In pratica, senza interventi opportuni dal punto di vista della Legge, la crisi verrebbe superata al Nord molti anni prima del Sud. Ecco perché è nata la Legge sul Sud, proprio per aiutare le arre svantaggiate a non restare troppo indietro. La misura di cui trattiamo è rivolta a giovani di età compresa tra i 18 ed i 36 anni non compiuti. Si tratta di incentivi fino a 40.000 euro da erogare a giovani che vogliono intraprendere una nuova attività di lavoro autonomo. Un incentivo che sarà in parte da restituire in misura agevolata, ed in parte a fondo perduto.
Attività e incentivo
L’incentivo erogato coprirà l’intero ammontare dell’investimento previsto in sede di apertura della attività. In pratica, ad esclusione delle eventuali spese di progettazione e di quelle che saranno sostenute per il personale dipendente eventualmente da assumere, tutte le altre saranno coperte dal bonus.
Come dicevamo, una parte dell’incentivo andrà restituita. Il 65% di quanto erogato infatti, sarò sotto forma di finanziamento a tasso zero, da restituire in un periodo medio lungo di tempo, ipotizzabile in minimo 5 anni. La parte restante di quanto erogato, quindi il 35% sarà a fondo perduto. Le zone in cui sarà utilizzabile sono quelle del mezzogiorno di cui parlavamo in precedenza, ma si pensa anche di agevolare le altre aree de Centro Italia, oltre l’Abruzzo, colpite dai terremoti. L’incentivo non è mono settoriale, ma può essere richiedibile per una qualsiasi attività che si va ad avviare. In pratica, possibile avviare aziende agricole, turistiche, ricettive o della ristorazione, industriali, artigianali o di caccia e pesca.