C'era molta attesa intorno al summit tra governo e sindacati in materia previdenziale in calendario per il 16 settembre. Al Ministero del Lavoro, il Ministro Catalfo ha ricevuto i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil per la riapertura del tavolo della trattativa sulla riforma previdenziale. L'occasione è stata sfruttata per mettere a punto gli interventi da inserire già nella prossima legge di Bilancio e per mettere in calendario i futuri appuntamenti e i relativi argomenti. Le novità più importanti riguardano l'Ape sociale e Opzione donna, due misure in scadenza il 31 dicembre prossimo ma che potrebbero essere prorogate.

E per l'anticipo pensionistico sociale sembra che verrebbe addirittura estesa la platea dei potenziali beneficiari.

Ape sociale e Opzione donna anche nel 2021

In pratica, ciò che si diceva in queste giornate che hanno preceduto l'incontro tra governo e sindacati è stato confermato. Le due misure che con ogni probabilità entreranno nel pacchetto Pensioni della prossima manovra di Bilancio sono le due proroghe di Ape sociale e Opzione donna. Le due misure infatti sarebbero in scadenza il 31 dicembre 2020, ma i sindacati ed il governo hanno preso l'impegno di riconfermare le due misure. Anzi, sull'Ape sociale l'impegno è per estendere anche la platea dei beneficiari. Lo hanno suggerito i sindacati che hanno sottolineato il fatto che da quando è in funzione, l'Ape sociale non sempre ha risposto bene alle esigenze dei lavoratori.

Le accuse a questa misura nata nel 2017 è di aver lasciato fuori diverse tipologie di soggetti in condizioni di disagio lavorativo e reddituale. Il riferimento è ai disoccupati di lungo corso e a quelli senza Naspi. In effetti una delle condizioni da rispettare per percepire l'Ape sociale da disoccupati (insieme a caregivers, invalidi e lavori gravosi, i disoccupati sono i soggetti a cui si rivolge la misura) è quella di aver percepito l'ultima Naspi almeno tre mesi prima di presentare domanda di Anticipo pensionistico.

Una condizione impossibile da rispettare per disoccupati di lungo corso.

Anticipo anche per chi è fragile

Il Ministro Catalfo quindi ha avallato la richiesta dei sindacati di estendere l'Ape sociale in caso di proroga, anche ai disoccupati di lungo corso ma non solo. Infatti sembra che l'idea sia pure quella di estendere la pensione dai 63 anni con 30 o 36 di contributi, pure a chi è più fragile rispetto alla Covid.

In altri termini si pensa di allargare l'Ape anche per chi, pur non avendo il 74% di invalidità (la soglia utile per l'Ape sociale ai disabili), ha patologie che lo espone maggiormente agli effetti più gravi della pandemia. Opzione donna verrebbe estesa di un altro anno, consentendo alle lavoratrici di lasciare il lavoro nel 2021 una volta compiuti i 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le lavoratrici autonome. Questo a condizione che queste lavoratrici abbiamo completato 35 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 2020 e che accettino il ricalcolo totale della pensione col sistema contributivo. E per i prossimi tavoli, che verranno convocati nei prossimi giorni la Ministra del Lavoro ha aperto a parlare di nuovo di quota 41, per vedere di permettere a chi raggiunge i 41 anni di contributi, di uscire dal lavoro e senza rimetterci troppo in termini di assegno previdenziale.

Che poi è esattamente quello che chiedono i sindacati per i precoci, quelli cioè che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni di età. Il Ministro del Lavoro pare che al momento, abbia aperto a discutere di permettere il pensionamento con 41 anni di contributi e senza limiti di età per i lavoratori fragili.