Nuovi casi di meningite in Toscana, l’ultimo quello di una studentessa americana ricoverata a Firenze e quello del 74enne ricoverato a Prato. Le dosi di vaccino disponibili sarebbero in esaurimento e la regione Toscana, in collaborazione con l'Agenzia italiana del farmaco, ha affrontato un elevato investimento economico facendo richiesta di confezioni di vaccino importate dall’estero.

L’amministrazione si è inoltre rivolta al ministro Lorenzin per richiedere finanziamenti straordinari in virtù della eccezionale situazione sanitaria che la regione Toscana si trova ad affrontare e dopo gli investimenti di circa 10 milioni di risorse proprie nel settore.

Meningite in Toscana: circa 49 casi nell’ultimo anno

In Toscana sono stati 49 i casi di meningite di vario tipo dall’inizio del 2015, con una prevalenza notevole da meningococco di tipo C: sette di questi casi hanno portato al decesso dei pazienti. Dall’inizio del 2016  si sono verificati già 11 casi tra i quali due sono stati mortali.

L’area che si è rivelata più colpita dal virus è quella tra le provincie di Firenze e Pisa, con picchi nelle zone di Arezzo, Prato, Pistoia e Massa. L’Istituto superiore di sanità, in merito alle cause del particolare focolaio epidemico in atto in Toscana, riferisce che effettivamente si sta verificando qualcosa di anomalo, riferendosi in particolar modo all’aumento dei casi di infezione del virus da meningococco tra la popolazione adulta.

Campagna gratuita vaccini in Toscana

Sono state introdotte dalla Regione Toscana delle modifiche al normale calendario vaccinale, adottando misure straordinarie per la profilassi preventiva alla meningite. Il vaccino antimeningococcico tetravalente ACWY è offerto gratuitamente a tutti i ragazzi tra gli 11 e i 20 anni, fino al 30 giugno 2016 alle persone tra i 20 e i 45 anni che ne fanno richiesta o che hanno avuto contatti, nella stessa comunità, con persone affette dal virus nei 10 giorni precedenti l'inizio dei sintomi.

È possibile richiedere la vaccinazione antimeningococco C presso tutti i servizi pubblici vaccinali territoriali come quelli di Igiene e Sanità Pubblica e Distrettuale, i medici di famiglia e i pediatri, rispettando le modalità organizzative delle singole Aziende USL.