Cominciano a svelarsi le tante sorprese che il Premier Matteo Renzi ha "promesso senza svelare" per il campo dell'istruzione negli scorsi giorni e che prenderanno forma attraverso il varo dell'ormai famoso "pacchetto Scuola" di prossima approvazione. L'appuntamento definitivo è per l'evento del 29 agosto 2014, data nella quale si terrà a Roma un atteso consiglio dei Ministri, che potrebbe cambiare per sempre le modalità di insegnamento nella scuola pubblica e la carriera di tantissimi professori e docenti.

Nuove modalità di carriera: i corsi di aggiornamento diventano obbligatori

La riorganizzazione della scuola comincerà dalla nuova destinazione degli insegnanti in classe, che partiranno all'inizio con la qualifica ordinaria e si guadagneranno attraverso il merito e l'aggiornamento obbligatorio la crescita della loro posizione. Il provvedimento mira a sviluppare il senso di qualità nei docenti, creando degli esperti dell'insegnamento e slegando il concetto di carriera dalla semplice anzianità acquisita nel ruolo. La meritocrazia sarà supportata da una nuova gestione economica degli istituti, nella quale la parola autonomia dovrebbe finalmente acquistare un peso importante, dopo che ha trovato scarsa applicazione nonostante i riferimenti dei legislatori precedenti.

Nessuno blocco degli scatti di anzianità per gli insegnanti e per il personale scolastico

Smentite anche le voci relative ad un possibile blocco degli stipendi per i prossimi due anni, circolate in seguito alla diffusione di un articolo ad opera del giornale "Il Messaggero". La fonte giungeva da un dossier sul tavolo della Corte dei Conti, a cui (nelle parole del sottosegretario Baretta) il Governo non intende dar seguito. Altre possibili indiscrezioni riguardano le 36 ore settimanali, la soppressione dell'ultimo anno di scuola superiore e un deciso aumento di potere dei dirigenti scolastici, che daranno forma alle nuove modalità di carriera indicate in precedenza attraverso delle analisi finalizzate nella gestione del personale.

Se le anticipazioni venissero confermate, il mondo della scuola potrebbe non accoglierle favorevolmente. I sindacati hanno già evidenziato come qualsiasi elemento di meritocrazia deve trovare riscontro all'interno del tradizionale sistema contrattuale, mentre ogni altra forma di intervento resta semplicemente inaccettabile.